Perché Di Maio ha convocato le aziende di food delivery sul 'decreto dignità'
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Perché Di Maio ha convocato le aziende di food delivery sul 'decreto dignità'

Perché Di Maio ha convocato le aziende di food delivery sul 'decreto dignità'

Foodora cibo a domicilio
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 Gianluca Cocco (Foodora)
 Facebook -  Gianluca Cocco (Foodora)

Cosa ha detto Cocco nell’intervista al Corriere

“Il decreto ingessa la flessibilità, parte dal riconoscimento dell’attività dei rider come lavoro subordinato. Così gli operatori saranno costretti ad assumere tutti i collaboratori, chiuderanno i battenti e trionferà il sommerso. Secondo una ricerca condotta in collaborazione con l’Inps solo il 10% dei rider lo considera un lavoro stabile. Il 50% sono studenti, il 25% lo esercita come secondo lavoro e un altro 10% lo considera un’attività di transizione. La durata media è 4 mesi, non di più”. “Il nostro lavoro dura due-tre ore nella fase del pranzo e circa quattro al tempo della cena e i rider si alternano. Il 75% in una settimana lavora meno di 25 ore. Non è uno schema da 8 ore al giorno come nel ‘900. Se Di Maio vuole che i player tecnologici lascino l’Italia lo dica chiaramente”. “Gli mostrerò i risultati di una nostra ricerca dove più del 90% dei rider indica la flessibilità come un pregio di questo lavoro”“Oggi un nostro fattorino guadagna 5 euro per ciascuna consegna e in un’ora ne può fare anche tre. In busta paga gli entrano 3,60 euro, il resto è contribuzione Inps e Inail. Se ne può discutere rispettando però la sostenibilità del conto economico delle nostre aziende”. “Noi paghiamo già il contributo Inps e tutto il premio Inail e un’assicurazione privata per i danni a terzi. Pensiamo che sia il sistema più giusto perché garantisce maternità e indennità di disoccupazione. Se tutto il settore decide di rafforzare le tutele dei rider siamo i primi a esserne felici”.

Il ministro convoca 5 aziende, ma nessuna italiana

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