Per terremoto e migranti più deficit fino a 7,7 miliardi
La nota di aggiornamento del Def prevede la richiesta di maggior spesa per questi capitoli

Roma - Il governo chiederà al Parlamento l'autorizzazione "ove necessario" a utilizzare maggior deficit "fino a un massimo dello 0,4% del Pil", ovvero "un importo massimo di 7,7 miliardi di euro", per gli interventi di ricostruzione post-terremoto e per gestire l'emergenza migranti. E' quanto si legge nella relazione al Parlamento che accompagna la Nota di aggiornamento al Def. "Ove siano utilizzati gli ulteriori spazi di intervento - spiega la relazione - il saldo netto da finanziare programmatico potrà quindi aumentare fino a 40,5 miliardi di euro nel 2017, in termini di competenza, e di 103,9 miliardi in termini di cassa".
"La nota di aggiornamento del Def conferma che anno su anno stiamo riducendo la pressione fiscale e spazza via le menzogne di chi quotidianamente nega l'evidenza dei numeri. Nel 2013, la pressione fiscale era al 43,6%. Il nostro governo l'ha ridotta al 43,1% nel 2014, al 42,8% nel 2015 e al 42,1% nel 2016. Con la neutralizzazione degli aumenti IVA previsti dalle clausole di salvaguardia per il prossimo anno, nel 2017 la pressione fiscale scenderà ampiamente sotto il 41,5%. Naturalmente è un percorso che deve continuare e continuerà, ma sia chiaro che già ora stiamo parlando di punti interi di PIL, non di zero virgola". Lo afferma Enrico Zanetti, viceministro all'Economia e segretario politico di Scelta Civica.
Pressione fiscale in discesa al 42,6% nel 2016, in calo di 0,8 punti percentuali rispetto al 2015, e al netto del bonus di 80 euro scende al 42,1%. E' la stima finale sul peso del fisco a legislazione vigente indicata nella Nota di aggiornamento al Def. Per l'anno prossimo è atteso un lieve rialzo della pressione fiscale di circa un decimo di punto percentuale che rimarrà poi costante al 42,7% fino al 2019. Al netto del bonus di 80 euro si attesta al 42,2% fino al 2019.
"Con la neutralizzazione degli aumenti Iva previsti dalle clausole di salvaguardia per il prossimo anno, nel 2017 la pressione fiscale scenderà ampiamente sotto il 41,5%. Naturalmente è un percorso che deve continuare e continuerà, ma sia chiaro che già ora stiamo parlando di punti interi di Pil, non di zero virgola". Lo scrive Enrico Zanetti, viceministro all'Economia e segretario politico di Scelta Civica. "La nota di aggiornamento del Def - aggiunge Zanetti - conferma che anno su anno stiamo riducendo la pressione fiscale e spazza via le menzogne di chi quotidianamente nega l'evidenza dei numeri. Nel 2013, la pressione fiscale era al 43,6%. Il nostro governo l'ha ridotta al 43,1% nel 2014, al 42,8% nel 2015 e al 42,1% nel 2016".
Il governo si appresta quindi a iscrivere, nella legge di bilancio che sarà presentata entro il 20 ottobre, 380 milioni nel Fondo per la riduzione della pressione fiscale, solo per il 2017. Tali maggiori risorse non sono scontate nelle stime tendenziali e il livello degli introiti permanenti derivanti dall'attività di accertamento e controllo atteso nel 2016 (12,14 miliardi) risulta superiore rispetto alle previsioni di cassa iscritte, a legislazione vigente, nello stato di previsione dell'entrata per il 2017 (9,51 miliardi).
Per l'anno in corso, la stima delle risorse derivanti dall'attività di contrasto dell'evasione fiscale è determinata sulla base degli incassi già realizzati nel periodo gennaio-agosto, pari a 7,6 miliardi, di cui 5,9 miliardi relativi alle entrate tributarie. A tali incassi sono aggiunti gli introiti che si prevede, prudenzialmente, di incassare nei restanti quattro mesi dell'anno (settembre-dicembre), pari a circa 4,55 miliardi. Dagli incassi permanenti è escluso il gettito di tributi che, pur contabilizzati in bilancio, non sono più attuali come ad esempio l'Ilor (l'imposta locale sui redditi), l'imposta patrimoniale, l'imposta sui redditi di ricchezza mobile, l'imposta complementare progressiva sul reddito complessivo, ecc. Il gettito al netto di tale componente viene inoltre decurtato applicando una riduzione forfettaria del 5 per cento calcolata sia sugli incassi realizzati nel 2015, iscritti nel Rendiconto generale dello Stato, pari a 12,42 miliardi, sia sugli incassi che si stima realizzare nel 2016 (12,8 miliardi). Pertanto gli incassi permanenti realizzati nel 2015 e la stima degli incassi permanenti del 2016 sono rispettivamente pari a 11,76 miliardi e a 12,14 miliardi.
Un miliardo e mezzo di maggiori incassi dalla lotta all'evasione nel 2016 e 380 milioni da destinare al fondo taglia tasse. è quanto prevede la Nota di aggiornamento al Def. Viene dunque centrato l'obiettivo del miliardo in più di gettito rispetto agli incassi record dello scorso anno. Dal documento emerge che nel 2015 sono stati realizzati incassi permanenti dalla lotta all'evasione pari a 11,76 miliardi che nel 2016 si attesteranno a 12,14 miliardi. Il governo stima che gli incassi permanenti attesi nel 2016 (12,14 miliardi) siano superiori rispetto alla previsione di cassa di bilancio assestata per l'anno (10,61 miliardi): pertanto le maggiori risorse permanenti saranno pari a 1,53 miliardi. Se si raffronta poi la stima degli incassi permanenti per il 2016 e le entrate permanenti effettivamente incassate a consuntivo 2015 (11,76 miliardi) risultano maggiori risorse per 0,38 miliardi che saranno destinate al Fondo taglia tasse.
(AGI)