Padoan: bene Qe ma servono riforme, in Italia crescita e lavoro
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Padoan: bene Qe ma servono riforme, in Italia crescita e lavoro

Padoan: bene Qe ma servono riforme, in Italia crescita e lavoro

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(AGI) - Roma, 11 mar. - Il Quantitative easing lanciato dallaBce "promette di essere estremamente efficace" e l'effetto"gia' si vede sui mercati". Ma la politica monetaria da solanon basta se non si prosegue con le riforme. Il ministrodell'Economia, Pier Carlo Padoan riferisce in Parlamento dopoil via libera incassato da Bruxelles sulle manovre del governo,dice di aspettarsi "una crescita robusta e ricca di lavoro" inItalia, ma sottolinea che quello che e' stato fatto fino adoggi e' solo l'inizio, considerato che i partner e laCommissione si aspettano "implementazione e atti concreti". "Il 'quantitave easing' e' a mio avviso un meccanismo chepromette di essere estremanente efficace e questo lo si vedegia' sui mercati", premette Padoan. "A differenza di precedentimisure della Bce, il Qe e' una misura che rispecchia leesperienze positive gia' adottate da altri paesi" e "avra'l'effetto di innalzare le aspettative di inflazione e diportare l'euro ad un valore di mercato piu' consono. Ma lapolitica monetaria e' condizione solo necessaria per laripresa, serve uno stimolo importante su investimenti e riformestrutturali" aggiunge Padoan che cita Mario Draghi secondo cui"la politica monetaria non basta, serve che i paesi facciano leriforme". Il Qe comunque sta gia' dispiegando i suoi effetti elo fara' in futuro, ripete il ministro dell'Economia. "Miaspetto che in Italia la crescita sia piu' robusta - aggiunge -e grazie alle riforme del mercato lavoro e il sostegno el'incentivo all'occupazione con l'abbattimento del cuneofiscale, la crescita aumentera' e sara' piu' ricca di lavoro diquanto sarebbe stato altrimenti". Il terzo elemento necessarioalla ripresa secondo Padoan e' il rilancio degli investimenti, anche se il piano Juncker non basta: "la velocita' del pianoJuncker non e' sufficiente. Per tornare su sentieri di crescitaprecedenti alla crisi, che comunque era bassa, servirebbero 700miliardi di investimenti", dice Padoan. Per ora "ci sonorisorse abbondanti presso la Bei che possono finanziareprogetti nuovi - prosegue - non bisogna spettare l'estate ol'autunno quando si prevede che partira' il meccanismo formale"del piano Juncker, aggiunge. "Le risorse ci sono, si tratta didare un indirizzo politico forte al management della Bei percontribuire a questa ripresa". Quanto all'Italia, Padoan risponde al commissario Ue agliAffari Economici, Pierre Moscovici, che ieri intervenendo invideo conferenza da Bruxelles proprio a palazzo Madama avevachiaramente detto che la decisione della Commissione di nonapplicare la regola del debito era una scelta "politica" perevitare altri anni di recessione al nostro Paese. Certo,ammette Padoan, se l'Europa avesse applicato alla lettera laregola del debito per l'Italia, avrebbe "ammazzato" la ripresaeconomica del nostro Paese. Ma L'Italia non ha ricevuto "nessunregalo" da Bruxelles sul tema della flessibilita' e delrispetto della regola del debito. "Non e' un gentile regalo dinessuno - dice - quello che ha ottenuto il Paese se lo stameritando perche' e' stato riconosciuto un particolare sforzoin tema di riforme strutturali in un quadro avverso che nondipende da noi". Quello che l'Italia ha ottenuto, continuaPadoan, "e' stato oggetto di dibattito anche aspro, accettato'obtorto collo' da alcuni Paesi". In ogni caso, e' laconclusione, gli sforzi devono continuare, perche' il vialibera dell'Europa non ha scadenza illimitata: "La regola deldebito viene considerata soddisfatta per il 2015 non persempre, non deve allentarsi lo sforzo di riforma strutturaleche l'Italia sta facendo". (AGI) .
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