Da Carlo e Diana a Ronald Reagan e la moglie Nancy, da Barbara Bush a Grace Kelly, da Paul Newman a Steven Spielberg, l'arte tutta italiana del lavorare la pelle conquista da settant'anni le celebrità del mondo. Ma non solo clienti illustri per la scuola del Cuoio Firenze, eccellenza nazionale dell'artigianato che ha sede nell'antico dormitorio disegnato da Michelozzo e affrescato dalla scuola del Ghirlandaio, all'interno della Basilica di Santa Croce.
Quando nasce la scuola
La Scuola nasce nell'immediato dopoguerra dalla collaborazione dei Frati Francescani Minori della Basilica di Santa Croce e della famiglia Gori, artigiani pellettieri a Firenze dagli anni Trenta. I primi allievi della Scuola furono i giovani orfani di guerra ospitati nella Città dei Ragazzi di Pisa. A loro furono trasmesse dalla conoscenza delle svariate qualità dei pellami e l'arte del taglio manuale della pelle, sino alla lavorazione e creazione dei vari prodotti in pelle (borse, cartelle, piccola pelletteria, etc.). I più capaci vennero formati anche all'arte della pelletteria artistica (scrittoi, portagioie, lavorazione del cuoietto, etc.) e della decorazione della pelle con oro a 22 carati, realizzata a caldo con punzoni in bronzo fatti a mano. Nel maggio del 1950 la Scuola del Cuoio ricevette la sua veste formale, e a tale data viene infatti fatta risalire la sua nascita ufficiale. Da allora, la famiglia Gori iniziò la commercializzazione dei prodotti manufatti all'interno dei laboratori della Scuola.
La scuola oggi
Oggi il motore della scuola sono le sorelle Barbara, Francesca e Laura Gori. Ed è proprio Barbara, presidente del consiglio d'amministrazione, a portarci in visita nei vari e suggestivi laboratori ricavati dalle piccole celle dei frati francescani, e a spiegarci che "l'80% della produzione della scuola viene esportata all'estero.
Il fatturato è così distribuito:
- 5% in Italia
- 10% Europa
- 1% Middle East
- 1% Far East
- 65% Nord America
- 18% nel resto del mondo.
La distribuzione dei prodotti Scuola del Cuoio avviene, infatti, in Italia o direttamente (nei propri negozi e corner) oppure tramite distributori e shop in shop. Tramite distributori nel resto del mondo, salvo a NYC dove la società ha una propria show room in cogestione con la propria controllata Stefano Bemer srl". All'interno è stata aperta una scuola per creare nuovi artigiani. Massimo 20 studenti per 6 mesi di corso. Sono prevalentemente orientali ma non mancano israeliani, americani e francesi. Al termine del corso al più bravo saranno aperte le porte per uno stage di 2 mesi.
"Siamo una mosca bianca"
"Ci definiscono - sottolinea soddisfatta Barbara Gori - 'una mosca bianca' perché riusciamo a lavorare nonostante la crisi perché continuiamo ad essere veri artigiani. Il made in Italy - spiega - non esiste più perché il 95% delle produzioni avviene all'estero. Noi infatti - ha detto ancora - abbiamo scelto di mettere prodotto dalla scuola del cuoio". Alla domanda quali i pro e i contro dell'artigianato risponde sottolineando che "noi artigiani non siamo tutelati. Ma la fortuna è che l'artigianilità non te la ruba nessuno. Di contro si accetta che le comunità cinesi facciano lavorare in prigionia le tante e tante persone".
Tra aneddoti e laboratori
Sono 18 gli artigiani che lavorano nella scuola, il più giovane poco più che 20enne e il più anziano è un simpatico signore 82enne. Una zia, ci spiega ancora Barbara, si sposò in guerra con un colonnello americano e da lì iniziò a vendere i prodotti alla V e VI Flotta. Ed è proprio lì che conobbe il Generale Eisenhower, successivamente diventato Presidente degli Stati Uniti d'America, che volle dotare la Sala Ovale della Casa Bianca di un servizio da scrivania in pelle decorato in oro realizzato dalla Scuola del Cuoio di Firenze. E da allora le sorelle Gori ad ogni nuovo presidente americano inviano lo stesso dono. E così continua il nostro viaggio nei vari laboratori. Una produzione limitata a circa 5mila esemplari all'anno. Ognuno sceglie e firma il tipo di pellame preferito che va dalla normale pelle, al pitone o allo struzzo con un'immensa varietà di colori. Ogni borsa ha qualcosa di diverso. Una delle chicche della scuola è il laboratorio di Francesca che produce solo pezzi unici, prodotti su sagome di vecchi gioielli e rifiniti con splendidi preziosi. E tra l'odore della pelle e un viaggio nel passato termina la nostra visita.