Le 10 buonuscite più alte dei manager italiani (la più alta finora è 105 milioni)
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Le 10 buonuscite più alte dei manager italiani (la più alta finora è 105 milioni)
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Ecco i 10 ex manager di Stato dagli addii più costosi:

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  1. Cesare Romiti: Nel 1998 lascia la Fiat dopo 24 anni con una buonuscita di oltre 105 miliardi di lire, cui vanno aggiunti altri 99 miliardi per il patto di non concorrenza. In euro la cifra equivale a 105,3 milioni di euro.
  2. Alessandro Profumo: Nel 2010 lascia Unicredit con una liquidazione di 40,4 milioni per 12 anni di attività. Oggi è l’ad di Leonardo.
  3. Matteo Arpe: Nel 2007 lascia Capitalia con 37,4 milioni di liquidazione per sette anni di attività. Oggi è al vertice di Sator e Banca Profilo.
  4. Luca Cordero di Montezemolo: Nel 2014, dopo 13 anni di lavoro, va via da Ferrari con 27 milioni di euro.
  5. Paolo Cantarella: Nel 2002 l’allora ad di Fiat si dimette dopo 25 anni nel gruppo. La buonuscita è di 20 milioni di euro, più 1,35 milioni di compenso annuale.
  6. Roberto Colaninno: Nel 2001 riceve da Olivetti-Telecom una buonuscita 25,8 milioni per 15 anni di lavoro. Attualmente è presidente di IMMSI e Piaggio ed è membro del CdA dell'Alitalia.
  7. Cesare Geronzi: Nel 2011, dopo poco meno di un anno di presidenza, Geronzi lascia Generali con una liquidazione di 65 milioni di euro.
  8. Riccardo Ruggiero: Nel 2007 lascia Telecom Italia che guida da sei anni. L’assegno è di 18 milioni di euro.
  9. Giovanni Bazoli: Nel 2016 il presidente lascia Banca Intesa dopo 25 anni di lavoro, con una buonuscita di 15 milioni di euro. Oggi è presidente emerito di Intesa Sanpaolo.
  10. Andrea Guerra: Nel 2014 lascia Luxottica dopo 10 anni con 11,4 milioni di euro di liquidazione. Oggi è presidente esecutivo di Eataly dal 2016.
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