Lavoro: primo si' alla riforma Il Pd si divide, FI si astiene
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Lavoro: primo si' alla riforma Il Pd si divide, FI si astiene

Lavoro: primo si' alla riforma
Il Pd si divide, FI si astiene

Lavoro: primo si' alla riforma Il Pd si divide, FI si astiene
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(AGI) - Roma, 18 set. - Via libera dalla Commissione Lavoro delSenato alla delega sul lavoro: il Jobs Act comprendel'emendamento del Governo che introduce il contratto unico dilavoro a tutele crescenti. Il provvedimento approdera' in Aulamartedi' prossimo e l'obiettivo e' quello di completare ipassaggio parlamentare entro il mese di ottobre. Alla votazionei rappresentanti di Forza Italia in commissione Lavoro si sonoastenuti mentre M5S e Sel hanno abbandonato i lavori senzapartecipare al voto come forma di protesta per il fatto che,secondo loro, il Governo vuole "una delega in bianco" senza checi sia stato alcun dibattito parlamentare. Gli otto membri delPd in commissione Lavoro hanno invece votato tutti per il si'al ddl delega, ha fatto notare Anna Maria Parente, capogruppodel Pd in commissione Lavoro del Senato. Ma cio' non e' bastatoperche' sull'emendamento del governo si placassero i malumoriin casa Pd tanto che il presidente dell'assemblea nazionaleMatteo Orfini ha messo un tweet nel quale chiede "importanticorrezioni" al testo. Questo perche' "i titoli del jobs actsono condivisibili. Lo svolgimento meno". Piu' di unaperplessita' viene espressa anche da Pier Luigi Bersani secondocui "e' assolutamente indispensabile che il governo dica alParlamento cosa intende fare nel decreto delegato sul lavoro,perche' si parla di cose serie". "Io mi ritengo una persona disinistra liberale - ha affermato - penso che ci siaassolutamente la necessita' di modernizzare le regole dellavoro dal lato dei contratti e dei servizi. Ma leggo oggi suigiornali, come attribuite al governo, delle intenzioni ai mieiocchi surreali. In alcuni casi si descrive un'Italia come vistada Marte". I dubbi sono particolarmente incentrati sulreintegro, ossia la possibilita' di tornare in azienda per ilicenziamenti senza giusta causa. L'argomento dovrebbe esserepoi affrontato nei decreti attuativi: sul tavolo, l'ipotesi diintrodurre un indennizzo che aumenta con l'anzianita' diservizio oppure di escludere tale possibilita' per ineo-assunti. Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, da partesua, ha chiarito che la questione del reintegro per ilicenziamenti discriminatori "non e' mai stata in discussione".Entrando nel dettaglio la delega prevede tra l'altro,all'articolo 4, una semplificazione delle oltre 40 formecontrattuali attualmente esistenti e l'introduzione "per lenuove assunzioni, del contratto a tempo indeterminato a tutelecrescenti in relazione all'anzianita' di servizio". In questomodo, per tutti i nuovi assunti, viene eliminato il reintegroin caso di licenziamento ingiustificato e viene sostituito daun indennizzo crescente in relazione all'anzianita' aziendale.Non e' escluso appunto che i decreti attuativi del Governo, chedovranno arrivare entro 60 giorni dall'approvazione delladelega, possano prevedere, tra le tutele, il ripristino delreintegro ex-articolo 18 per il lavoratore che abbia maturatoun certo numero di anni di anzianita'. (AGI).
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