(AGI) - Roma, 19 lug. - Nel corso del 2014 i lavoratori cherischiano di perdere il posto di lavoro sono 136.616, inaumento di 13.486 unita' rispetto alle previsioni del 2013.Sono le stime della Cisl contenute nell'XI Rapporto industria,mercato del lavoro e contrattazione, secondo cui e' in costantecrescita il numero di interventi per le persone che hanno persoil lavoro. Tra il 2010 e il 2013 gli interventi di sostegnosono aumentati del 66,5% fino ad arrivare a 2.186.358.L'incremento maggiore riguarda i lavoratori in mobilita'(+81,8%), che ammontavano a 217.597 nel 2013. Secondo lo studio, tra il 2008 e il 2013, l'industriamanifatturiera e le costruzioni hanno subito complessivamentecirca l'89% della diminuzione totale degli occupati,rispettivamente con 482mila e 396mila occupati in meno.
Inun'occupazione in riduzione da anni, e' cresciuto solo il lavoroa tempo parziale (+10% nel 2012, +2,8% nel 2013), siapermanente sia a termine, fortemente utilizzato, findall?inizio della crisi, per evitare licenziamenti. Comecontraccolpo della riorganizzazione delle imprese - fa notarela Cisl - negli ultimi due anni il ricorso agli ammortizzatorisociali ha toccato livelli storici. La Cassa Integrazione anchenel 2013 ha superato il miliardo di ore autorizzate,coinvolgendo almeno 300.000 persone in base al "tiraggio"effettivo. Lo strascico di situazioni critiche aziendali e'evidente nel fatto che la cassa integrazione guadagnistraordinaria e la cassa in deroga, indicative di crisi lunghee ristrutturazioni nelle imprese, coprono ormai circa il 70%delle ore erogate.
I dati sulle ore complessive autorizzate diCassa integrazione nel primo quadrimestre 2014, distribuiti perregioni, mostrano una concentrazione netta in Lombardia (26,2%)e Piemonte (12,4%). Secondo il segretario confederale Cisl Luigi Sbarra,"l'Italia non puo' permettersi di perdere il proprio patrimoniodi capacita' industriali, per l'oggi e per le nuovegenerazioni. Le sole azioni per l'ulteriore modifica delmercato del lavoro rischiano di essere inutili, se non dannose,creando una pericolosa altalena fra attese ed incertezze". Perquesto, afferma Sbarra, "ci si dovrebbe concentrare solo sucio' che e' rimasto incompiuto, vale a dire il necessarioallargamento delle tutele in caso di crisi aziendale edisoccupazione, il contrasto al falso lavoro autonomo e ildecollo delle politiche attive del lavoro, per il contrastoalla disoccupazione e al crescente ricorso agli ammortizzatorisociali". (AGI)