Italia in deflazione per il calo dei consumi, mai cosi' dal 1959
ADV
ADV
Italia in deflazione per il calo dei consumi, mai cosi' dal 1959

Italia in deflazione per il calo dei consumi, mai cosi' dal 1959

di lettura
(AGI) - Roma, 20 feb. - L'Istat conferma la fase di deflazione:a gennaio il tasso ha segnato quota -0,6%, il minimo dal 1959. Un calo dello 0,6% tendenziale cioe' rispetto allo stessomese dell'anno precedente non accadeva dal settembre di 56 annifa, quando si registro' un decremento dell'1,1%. Anche ilcarrello della spesa e' in flessione: l'Istat rileva che agennaio, i prezzi dei prodotti acquistati con maggiorefrequenza diminuiscono dello 0,5% rispetto al mese precedente ?per effetto principalmente dei ribassi dei prezzi deicarburanti ? e registrano una flessione su base annua (-1,4%)di ampiezza quasi tripla rispetto a quella rilevata a dicembre(-0,5%). Anche i prezzi dei prodotti a media frequenza di acquistodiminuiscono su base mensile (-0,7%) e fanno registrare un calotendenziale (-0,2%, da +0,5% del mese precedente); a questadinamica contribuiscono soprattutto i ribassi dei prezzi deiservizi di trasporto aereo passeggeri e la diminuzione delprezzo dell?energia elettrica. Per contro, i prezzi deiprodotti a bassa frequenza di acquisto registrano un lieveaumento congiunturale (+0,1%) e mostrano, al pari di quantorilevato a dicembre, un tasso tendenziale nullo. "E' un segnale sconcertante perche' conferma la grave crisidella domanda di mercato interna, che denunciamoinstancabilmente da anni", dichiarano Rosario Trefiletti edElio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. "Bastipensare che la caduta dei consumi solo nel triennio 2012-14 e'stata pari al -10,7% (vale a dire una contrazione complessivadella spesa di circa 78 miliardi di euro). Le famiglie hannoridotto drasticamente persino i consumi vitali e difficilmenteintaccabili, come quello alimentare (-11,6% dal 2008) e quellodella sanita' (-23,1% sempre dal 2008). Quello che ci preoccupamaggiormente - proseguono i presidenti di Federconsumatori edAdusbef - e' che in questi anni, nonostante l'avanzare disegnali evidenti circa tali sviluppi, nulla o quasi e' statofatto per risollevare la situazione ed aprire una nuova fase dicrescita e di rilancio della domanda interna. Non sono statiavviati investimenti per rilanciare il mercato del lavoro, ne'per lo sviluppo e la ricerca, ne' per il rilancio del turismo. E' chiaro che, se il Governo non si decide ad interveniresu questi fronti, l'intero andamento del sistema economico nonpotra' che peggiorare. "Per questo, di fronte a dati cosi' allarmanti, vorremmorichiamare alla responsabilita' Governo e Parlamento, affinche'attuino urgentemente le misure di cui il Paese ha veramentebisogno, in primis un Piano Straordinario per il Lavoro chepreveda: il rilancio investimenti per la ricerca e lo sviluppotecnologico (in primo luogo per quanto riguarda le rete a bandalarga); un serio programma per l'incentivazione e lo sviluppodel turismo, che sappia valorizzare l'inestimabile patrimoniodi cui il nostro Paese dispone; un avvio di opere dimodernizzazione delle infrastrutture e messa in sicurezza degliedifici pubblici, a partire da scuole e ospedali. Sia chiaro -concludono Trefiletti e Lannutti - che intervenire sul versantedel rilancio occupazionale non significa solo restituireredditi e prospettive a milioni di disoccupati, ma anchealleggerire il carico che attualmente pesa sulle famiglie che,con stipendi e pensioni di genitori e nonni, sostengono igiovani (e no) senza lavoro". (AGI).
ADV