Roma - "Sarebbe paradossale che il confronto in atto fra governo e sindacati sulla flessibilita' in uscita si concludesse ancora una volta con interventi estemporanei e parziali". Lo afferma il presidente dell'Inps Tito Boeri, secondo cui "e' molto positivo che il governo e le parti sociali siano in queste settimane al lavoro per individuare i possibili correttivi" alla riforma previdenziale del 2011. Boeri rivendica di essere stato il primo a sottolineare l'importanza di una 'uscita flessibile' e di aver voluto favorire la piena consapevolezza dei lavoratori con il programma 'la mia pensione' e con le 'buste arancioni'. "Ci aspettiamo altrettanta attenzione da chi, politici e soprattutto sindacati, dovra' alla fine presentare le varie opzioni ai lavoratori. Ad esempio, non si puo' negare che rate ventennali di ammortamento di un prestito pensionistico costituiscano una riduzione pressoche' permanente della pensione futura". "L'obiettivo di fondo delle riforme che vogliono introdurre flessibilita' in uscita e' quello di garantire maggiore liberta' di scelta consapevole senza aumentare il debito pensionistico e senza creare generazioni di pensionati poveri. L'obiettivo non dovrebbe essere certo quello di spingere piu' persone possibile ad uscire dal mercato del lavoro". Secondo Boeri e' bene che "si discuta di uscita flessibile definendo opzioni che siano al contempo chiare a chi dovra' scegliere e neutrali rispetto al debito pensionistico". Boeri invita quindi governo e sindacati a valutare bene i costi amministrativi in rapporto al numero dei beneficiari dei correttivi al sistema previdenziale, ricordando che il part time agevolato introdotto con l'ultima legge di stabilita' e' "destinato ad avere costi amministrativi superiori alle somme erogate". (AGI) .