Grecia: Varoufakis spiega dimissioni "io non mi sono piegato"
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Grecia: Varoufakis spiega dimissioni "io non mi sono piegato"

Grecia: Varoufakis spiega dimissioni "io non mi sono piegato"

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(AGI) - Atene, 13 lug. - Era la notte dei festeggiamenti inpiazza ad Atene, il no aveva vinto, ma nella riunione ristrettadei vertici di Syriza, Yanis Varoufakis e la sua linea duracontro la Bce vennero messi in minoranza per 4 voti a 2 e cosi'il ministro delle Finanze si dimise. A una settimanadall'abbandono dell'incarico, il ministro-star del governo diAlexis Tsipras, ha raccontato in una lunga intervista alsettimanale britannico New Statesman i motivi della sua uscitadi scena, smentendo le voci fino a qui riportate dai media. Nonagnello sacrificale di Tsipras sull'altare dei creditorieuropei, da tempo insofferenti ai suoi modi, ma intransigentesostenitore della linea dura, per tenere la Grecia nell'eurostrappando pero' condizioni migliori. La sua strategia, ha raccontato Varoufakis, era gia' statamessa a punto e, di fronte alla decisione di Francoforte dichiudere le banche greche per costringere Atene a un accordo,prevedeva tre passi: emettere cambiali in euro (Iou - 'I oweyou', in sostanza dei 'paghero''), applicare un taglio ai bondgreci emessi dalla Bce nel 2012, riducendo il debito greco, eriprendere il controllo della Banca di Grecia. Nessuna diqueste mosse avrebbe significato automaticamente una Grexit, mal'avrebbe minacciata. Un modo per mettere pressione, creando cosi' una condizionedalla quale Varoufakis, che non credeva possibile un'uscita diAtene dall'euro non contemplata neanche nei trattati, speravadi guadagnare margini di trattativa. E a favore di questa lineasecondo lui si era espresso il popolo greco, che con il 61% alno aveva appena fornito a Syriza un mandato forte per provareuna mossa audacia per uscire dall'angolo. Ma il gabinetto ristretto riunito la sera della vittoriadel no era di un altro parere e, per 4 voti a 2, boccio' ilpiano di Varoufakis. "Quella notte, il governo decise che ilvolere del popolo, quel no che risuonava, non dovesse esserecio' che dava vigore a un approccio energico, ma piuttosto,dovesse portare a maggiori concessioni all'altra parte", hasostenuto l'ex ministro delle Finanze. Cioe', tradotto, haspiegato, significa presentarsi a un "incontro dei leaderpolitici, con il nostro premier che accetta il presupposto chequalsiasi cosa accada, qualsiasi cosa faccia l'altra parte, nonrisponderemo mai sfidandoli. Essenzialmente questo significapiegarsi, smettere di negoziare". Non tutto il male vien per nuocere, pero', perche' inquesto modo Varoufakis si e' liberato di questa "agendafrenetica, assolutamente inumana", non piu' soggetto a una"pressione incredibile per negoziare una posizione che trovodifficile io stesso difendere". E non ha perso l'occasione ditogliersi qualche sassolino dalla scarpa, l'ex ministro delleFinanze greco, a cominciare dal suo 'nemico', WolfgangSchauble, il vero dominatore dell'Eurogruppo. "E' come unorchestra ben affiatata, nella quale lui e' il capo", haspiegato Varoufakis, sottolineando che "solo Michel Sapin", ilcollega francese, cercava di cantare fuori dal coro della"linea tedesca ma questo rumore era molto sottile". E quandoalla fine Schauble dettava "la linea ufficiale, il ministrofrancese si piegava sempre". E questo, secondo Varoufakis, sisomma all'assenza di dibattito su temi economici: di fronte altentativo di portare avanti un argomento, solo "sguardi fissinel vuoto, come se non avessi parlato". (AGI).
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