Gary Zabroski, 61 anni, è entrato in General Electric nel 1976, in quello che all'epoca era considerato il posto di lavoro più sicuro al mondo. Per 40 anni, spiega il Wall Street Journal in un articolo incentrato sul crollo dei titoli di GE, ha lavorato come operaio alle presse del settore aerospaziale ed è andato in pensione nel 2016, con una retribuzione previdenziale di 85.000 dollari l'anno e una liquidazione di 280.000 dollari in titoli GE.
"È piuttosto spaventoso"
Un ottimo pensionamento, fino a quando le azioni di GE non hanno iniziato a crollare. In un anno, nel 2017, General Electric ha perso 140 miliardi di dollari di valore di mercato e le sue azioni, considerate il titolo piu' affidabile e diffuso negli Usa, hanno fatto perdere soldi, non solo ai big di Wall Street che le detenevano, ma anche ai piccoli risparmiatori come Zabroski. Il valore delle sue azioni ora si è più che dimezzato, i titoli dell'ex operaio adesso valgono 110.000 dollari e il 61enne dovrà probabilmente essere costretto a mettersi a caccia di lavoro in tarda età. "Non avevo previsto di dover tornare a lavorare da pensionato", dice al Wsj Zabroski, che ha pagamenti ipotecari mensili da rispettare e una moglie parzialmente disabile da mantenere. "È piuttosto spaventoso", ammette.
Un crollo incredibile
Il crollo di 140 miliardi di dollari del valore di mercato di GE in un anno, nota il Wsj, rappresenta una cifra incredibile, è il doppio di quanto ha perso la Enron nel suo clamoroso fallimento del 2001 e più di quanto hanno perso, insieme, Lehman Brothers e General Motors durante la crisi del 2008. Dal suo picco nel 2000 GE ha perso in valore di mercato, cioè in capitalizzazione di Borsa, 460 miliardi di dollari. Questa maxi-perdita è il frutto di investimenti mal programmati, problemi insorti in alcuni mercati chiave e proiezioni finanziarie eccessivamente rosee, che insieme hanno innescato una crisi finanziaria che potrebbe mandare in pezzi l'azienda. Tuttavia per ora a rimetterci sono stati soprattutto i piccoli risparmiatori, molti dei quali ex dipendenti come Zabroski. Il 43% degli azionisti di GE infatti sono investitori di questo tipo, contro il 32% di J&J e il 21% di Boeing.
Venerdì scorso GE ha riportato il bilancio del primo trimestre di quest'anno che registra utili in tutti i settori, compresi la sanità, l'elettricità e l'aeronautica. I dirigenti di GE hanno detto che la maggior parte delle aziende della società sta andando bene, nonostante i problemi dell'anno scorso, e che GE ha abbastanza denaro per finanziare le operazioni e il dividendo. "Sono profondamente consapevole del dolore che le nostre performance azionarie e il taglio dei dividendi hanno causato agli investitori, ai pensionati e alle loro famiglie", ha dichiarato John Flannery, amministratore delegato di GE, il quale ha assicurato che il gruppo si sta focalizzando sul miglioramento delle sue prestazioni e sul ripristino della fiducia.
Uno dei peggiori piani pensionistici Usa
Le parole di Flannery non hanno incoraggiato più di tanto quelli come Zabroski. I più penalizzati dal crollo dei titoli GE sono stati proprio gli ex dipendenti, ai quali l'azienda per decenni ha offerto condizioni vantaggiose per l'acquisto di questi titoli, sui quali ha dirottato il 50% dei contributi, prendendoli direttamente dalle buste paga. Ora più di 600.000 persone dipendono dai programmi previdenziali di GE, strutturati in questo modo, che rischiano di mettere in difficoltà chi li possiede e che pesano sui conti aziendali.
Secondo un rapporto di Milliman Consulting del 2010 gli obblighi pensionistici di GE, pari a quasi 100 miliardi di dollari alla fine del 2017, sono sottofinanziati di quasi 30 miliardi, il che rende il suo programma previdenziale, secondo il Wsj, uno dei peggiori piani pensionistici su larga scala negli Stati Uniti, al punto che per finanziarlo, quest'anno GE dovrà prendere in prestito circa 6 miliardi di dollari.