Eni ha chiuso il primo semestre con un utile netto adjusted in miglioramento del 45% a 1,745 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L'utile operativo adjusted è stato invece di 4,944 miliardi (+73%), mentre l'utile netto è ammontato a 2,198 miliardi (+124%). Nel solo secondo trimestre dell'anno in corso l'utile netto adjusted è stato pari a 767 milioni (66%). Eni ha conseguito inoltre una forte generazione di cassa in entrambi i periodi esaminati: 3 miliardi di euro nel secondo trimestre (+12% rispetto allo stesso periodo del 2017) e 5,2 miliardi nel semestre (+13%). La generazione di cassa prima della variazione del circolante ed escludendo l'utile/perdita del magazzino è stata pari a 2,82 miliardi nel trimestre e di 5,99 miliardi nel semestre (in miglioramento del 321% in entrambi i periodi). Gli investimenti netti sono stati pari a 3,67 miliardi, più che finanziati dunque dal flusso di cassa organico. L'indebitamento finanziario netto si è attestato a fine periodo a 9,9 miliardi di euro, mentre il leverage si è attestato a 0,20, in riduzione rispetto allo 0,23 segnato al 31 dicembre scorso.
Acconto dividendo 2018 di 0,42 euro per azione
Il management dell'Eni proporrà al consiglio di amministrazione del prossimo 13 settembre la distribuzione di un acconto del dividendo 2018 pari a 0,42 euro per azione. E' quanto si legge nella nota con la quale sono stati diffusi i conti relativi ai primi 6 mesi dell'anno. La proposta di acconto vale sul dividendo complessivo che per l'intero 2018 è pari a 0,83 euro per azione, specifica la nota del gruppo.
Produzione cresce a 1,86 mln barili (+4,6% nel semestre)
Produzione di idrocarburi in forte crescita, sia nel secondo trimestre sia considerando tutti i primi sei mesi dell'anno. In entrambi i periodi, infatti, la produzione di idrocarburi è aumentata a 1,86 milioni di barili al giorno (+5,2% nel secondo trimestre, +4,6% nel primo semestre). Al netto dell’effetto prezzo nei PSA, la crescita si attesta a +6,6% nel trimestre e a +5,4% nel semestre. La crescita produttiva è sostenuta dallo sviluppo (ramp-up) dei grandi progetti avviati di recente: Zohr, Noroos, Jangkrik, Octp, Ochigufu, Nene' fase 2; dal maggior contributo di Kashagan e di Val d'Agri (fermata nel secondo trimestre 2017) e dall'ingresso in Abu Dhabi (Eau). Il contributo all'incremento della produzione arriva, inoltre, anche dai principali start-up del periodo (Angola e Libia).Per quanto riguarda le previsioni sull'intero 2018 per la produzione di idrocarburi, Eni stima una crescita del 4% rispetto allo scorso anno 2017 con uno scenario di budget di 60 dollari al barile, corrispondente a un livello di circa 1,9 milioni di barili al giorno. Questo incremento - specifica la società - "sarà sostenuto dal ramp-up degli avvii 2017 in particolare in Egitto, Indonesia e Ghana, dal maggior contributo dei giacimenti Kashagan, Goliat e Val d’Agri, dagli start-up di nuovi progetti in particolare in Angola, Libia e Ghana, e dal contributo dell’iniziativa negli Emirati Arabi, in parte compensati prevalentemente dai declini delle produzioni mature. Sul fronte dei target finanziari, invece, Eni conferma la copertura degli investimenti e del dividendo allo scenario Brent di circa 55 dollari al barile nel 2018, mentre per il capex viene confermata la guidance a 7,7 miliardi di euro per l'intero anno.
Descalzi, redditività in forte miglioramento in trimestre
“Nel secondo trimestre, come già nel primo, Eni ha proseguito nel trend di forte miglioramento della redditività che aumenta del 152% a fronte di una crescita del Brent in euro del 38%, trainata dalla performance del business E&P che ha più che triplicato il suo contributo. La generazione di cassa consolidata è anch’essa nettamente cresciuta, spinta dal prezzo Brent e dalla maggiore produzione con un contributo per barile che sale a 20 dollari, consentendoci di confermare la riduzione a 55 dollari/barile della nostra cash neutrality per il 2018". Così in una nota, l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi, ha commentato i dati di bilancio relativi al primo semestre, aggiungendo che è stato "ottimo anche il risultato del business G&P, frutto della maggiore integrazione del business del GNL con le attività upstream e dei benefici della profonda riorganizzazione condotta negli ultimi anni". "La flessione dello scenario nella Raffinazione e nella Chimica, anticiclico rispetto al Brent, ha comportato - ha proseguito il manager - una riduzione del contributo di questi business che si sono comunque mantenuti positivi grazie alla ristrutturazione avviata nei precedenti esercizi. La gestione del portafoglio ha fatto registrare nel trimestre progressi significativi, con l’accordo per la nascita di Vår Energi in Norvegia e l’incasso del prezzo di vendita a Mubadala del 10% del campo di Zohr. Come risultato finale il debito netto prosegue nella sua discesa portandosi al di sotto di €10 miliardi, livello più basso registrato negli ultimi 11 anni. Su queste - ha concluso - basi confermerò al Consiglio del 13 settembre la proposta di un acconto dividendo di €0,42 per azione".