Roma - Il petrolio riprende la corsa e influenza positivamente anche i mercati. Malgrado i deludenti dati sull'attivita' manifatturiera cinese, gli investitori piu' ottimisti dopo la mossa della banca centrale Pcob, che ha tagliato le riserve obbligatorie delle banche, scommettono su un possibile taglio della produzione. Al Nymex il Light crude Wti sale a 34,5 dollari e il Brent avanzano sopra i 37 dollari, con un top a quota 37,06 dollari al barile. Ci si interroga quindi a che livello possa stabilizzarsi il prezzo del greggio: sembra ovvio che la forte caduta dei mesi scorsi abbia nel frattempo avuto non poche conseguenze, ma ad esempio non sul settore degli idrocarburi non convenzionali che sembra invece reggere. Whiting Petroleum e Continental Resources, due dei maggiori produttori statunitensi di shale oil, nell'annunciare la sospensione delle attivita' estrattive, hanno fatto sapere di essere pronte a riprenderle una volta che il prezzo del petrolio sara' tornato sopra i 40 dollari al barile. In sostanza, se il barile si stabilizzasse sopra i 40 dollari, cio' innescherebbe un immediato aumento dell'offerta (i produttori di shale oil reagiscono in maniera piuttosto rapida alle oscillazioni dei prezzi) che spingerebbe gli investitori a un immediato dietrofront. La guerra dei prezzi tra Riad e i signori del fracking rischia quindi di trasformarsi in un'estenuante partita a ping pong. Intanto, l'Iran ha aumentato le sue esportazioni di greggio del 30% il mese scorso. Secondo quanto riferito dal ministro del Petrolio, Bijan Zangeneh, Teheran ha registrato un aumento dell'export pari a 1,75 milioni di barili al giorno durante il mese iraniano di Bahman, che va dal 21 gennaio al 19 febbraio. Si tratta di un incremento gia' previsto. Dal canto suo, anche la Russia sembra voler fare la sua parte: le compagnie petrolifere sono d'accordo a congelare la loro produzione per fermare la caduta dei prezzi dell'oro nero sui mercati internazionali. Lo ha riferito il presidente russo, Vladimir Putin, che ha inoltre precisato che c'e' l'intenzione di "fissare la produzione della Russia nel 2016 al suo livello di gennaio", che ha toccato un record per il periodo post-sovietivo a 10,8 milioni di barili al giorno in media. Le compagnie, ha aggiunto il ministro, hanno invece bocciato "un taglio della produzione, ritenuto impossibile nelle attuali condizioni geopolitiche". Le borse europee hanno chiuso in deciso rialzo, grazie anche al nuovo trend del greggio.L'Ftse 100 di Londra guadagna lo 0,92% a 6.153 punti. Il Cac 40 di Parigi cresce invece dell'1,22% a 4.407 punti. A indossare la maglia rosa e' pero' Francoforte (Dax +2,34% a 9.717 punti). L'Ftse Mib di Milano sale del 2,21% a 18.011 punti, l'Ibex di Madrid segna +1,72% a 8.607 punti. (AGI) Pit