La crisi della Turchia si aggrava. Le cause del crollo della lira
In un mese la moneta di Istanbul ha perso il 40% del suo valore. La magistratura indaga su influenze straniere e fake news, ma per gli economisti le cause sono da cercare nella politica espansiva di Erdogan, che però accusa gli Usa e social network

La crisi finanziaria turca ha affondato i listini europei che hanno aperto la settimana di scambi in profondo rosso, limando le perdite nel finale. La moneta di Ankara aggiorna i record negativi della settimana scorsa scendendo del 5,9% (ha perso oramai il 40% da inizio mese) sopra quota 7 sul dollaro a 7,2149. Il timore di un effetto contagio pervade gli investitori che vendono quello che possono. La banca centrale assicura che prenderà "tutte le misure necessarie" per assicurare la stabilità economica e finanziaria e fornendo "tutta la liquidità necessaria alle banche".
Intanto - secondo quanto riferito dalla Cnn Turk - la procura di Istanbul ha aperto un'indagine su individui sospettati di essere coinvolti in azioni che minacciano la sicurezza economica della Turchia. L'ufficio del pubblico ministero ha parlato di un "attacco economico", impegnandosi a intraprendere azioni legali contro "false notizie"ritenute funzionali all'obiettivo di questo attacco (La Repubblica)
Tayyip Erdogan d'altro canto assicura che l'economia di Ankara è forte e continua ad attaccare gli Usa: "Da un lato siete con noi nella Nato e agite come un partner strategico, ma dall'altro cercate di pugnalare alle spalle un vostro partner strategico", ha tuonato il presidente. Oggi ad Ankara c'era il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, ma il Cremlino assicura che Erdogan "non ha chiesto aiuto a Putin" nella telefonata di venerdi' tra i due leader, nel bel mezzo della crisi della lira. Erdogan ha assicurato che "i fondamentali dell'economia turca sono forti", e che si tratta di una "economia resiliente".
"Ci troviamo di fronte a un incidente unico. Contro questi attacchi, il ministero del Tesoro sta analizzando tutte le misure necessarie. Dobbiamo andare avanti, ci saranno altri piani da attuare in futuro. Affronteremo il crollo della moneta".
Il presidente ha infine avvertito: "Non dovremo mai scendere a compromessi e mai abbandonare i nostri ideali di libero mercato".
L'indagine della procura di Istambul per attacco alla sicurezza economica
La Procura di Istanbul ha aperto un'indagine sulle azioni che mettono a repentaglio "la sicurezza economica", mentre l'authority turca delle finanze sta indagando sulle "fake news" tese a creare panico e aumentare l'incertezza. "Il diritto penale e il diritto bancario ci consentono di perseguire coloro che pongono in essere azioni che minacciano la sicurezza economica del Paese, attraverso la manipolazione della realtà diffusa via media e social media: azioni che fanno parte di un più ampio attacco che la Turchia sta subendo, un attacco che, dopo il golpe del 2016, torna a mettere a repentaglio la pace sociale e la sicurezza economica del nostro Paese", si legge in comunicato della procura di Istanbul.
Nel mirino sono finiti "346 account di social network che hanno condiviso messaggi per provocare l'aumento del dollaro". Separato procedimento è quello che è stato aperto dall'Authority turca per i reati finanziari (Masak) contro le fake news diffuse negli ultimi giorni e mirate a una manipolazione e una mistificazione della situazione economica.
"Masak ha aperto un fascicolo di indagine a carico di persone fisiche e non che diffondono notizie false, come ad esempio la notizia circolata nei giorni scorsi e priva di qualsiasi fondamento, dell'intervento statale per convertire conti bancari in valuta straniera in lira turca per far crescere la valutazione della lira".
Le cause del crollo della lira turca
Ma perché la lira turca crolla? Al di là delle accuse di complotti e fake news, i dati dicono che la lira turca ha perso nell'ultimo anno oltre il 40% del suo valore a fronte del dollaro e dell'euro, il 10 agosto è crollata sui mercati anche a causa di uno scontro diplomatico con l'amministrazione Trump, attorno alla figura di Andrew Brunson, pastore americano detenuto in Turchia. Le minacce di rappresaglie e le sanzioni di Washington hanno fatto precipitare una situazione già a rischio a causa dell'inflazione galoppante, quasi il 16% sull'anno in luglio (Corriere della sera).
Dietro questo crollo ci sarebbero ragioni economiche, politiche e geopolitiche. "L’economia turca corre e corre troppo", spiega Il Sole 24 Ore. "Con una crescita che nel 2017 è stata superiore al 7% ed è stata in buona parte alimentata dalla concessione di credito facile a imprese e famiglie, è in fase di surriscaldamento: l’inflazione è ormai al 16%. A luglio gli investitori internazionali si aspettavano un aumento dei tassi d’interesse della Banca centrale, che però non c’è stato. Erdogan con le nuove prerogative presidenziali ha il potere di nomina del governatore e in maggio aveva spiegato a Londra di voler influenzare direttamente la politica monetaria e di essere contrario all’aumento del costo del denaro perché in realtà avrebbe creato più inflazione invece di ridurla".
Ma la crisi della Turchia è peggiorata ulteriormente dopo l'annuncio del presidente americano Donald Trump di aumentare i dazi, ad inasprimento di una relazione diplomatica compromessa dall'arresto da parte delle autorità turche di un predicatore evangelico americano accusato di terrorismo e di complicità con gli autori del tentato colpo di stato del 2016. Al rapporto compromesso con gli Usa, si aggiunge la mancanza di fiducia dei mercati verso le politiche economiche di Erdogan, che negli ultimi anni si è arrogato il diritto di nominare il diritto di nominare personalmente il capo della banca centrale e avendo nominato suo genero, Berat Albayrak, come nuovo ministro dell’Economia.
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