Castelli ha ammesso che con il deficit all'1,6% il governo non può fare quasi niente

L'intervista del sottosegretario all'Economia a Circo Massimo, dove promette: "Il reddito di cittadinanza si farà il prima possibile"

Castelli ha ammesso che con il deficit all'1,6% il governo non può fare quasi niente 
 (Afp)
 Laura Castelli (M5s)

"Vorrebbe dire non fare quasi niente, a meno che non si facciano solo tagli". Così il sottosegretario all'Economia, Laura Castelli, intervenendo a Circo Massimo, su Radio Capital, commenta l'intenzione del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, di mantenere il rapporto deficit/Pil all'1,6%. Castelli però non si sbilancia sulle risorse: "Non posso parlare di numeri, i mercati ci stanno osservando e questi sono numeri delicati", spiega, assicurando però che "si farà gran parte del contratto di governo e ci sarà spazio per gli investimenti".

Ci sarà spazio per il reddito di cittadinanza, assicura Castelli. "Dal primo di gennaio partiremo con la parte più facile, cioè l'aumento delle pensioni minime a 780 euro. Poi, attivando una serie riforma dei centri per l'impiego, dopo qualche mese, presumo quattro mesi almeno, si partirà con il resto del reddito di cittadinanza".

Quattro mesi, quindi a ridosso delle elezioni europee? "Il più in fretta possibile", sottolinea Castelli, che poi rifiuta il paragone con gli 80 euro, introdotti da Renzi proprio prima delle Europee del 2014: "Quelli erano una marchetta elettorale che non produceva consumi".

Spazio anche alla flat tax, fortemente voluta dalla Lega: "Sulla riduzione della tassazione delle piccole e medie imprese e del carico fiscale dell'Irpef c'è grande convergenza. La parte dei professionisti non è neanche così costosa", afferma. E sulle pensioni? "Ci sarà il superamento della Legge Fornero". Quindi Quota 100? "Il superamento della legge Fornero", insiste.

Accordo con la Lega anche sulla pace fiscale: "è necessario sfoltire i crediti che lo stato non incasserà mai", dice il sottosegretario all'Economia, che però non parla di soglie: "100 mila euro o un milione? La scelta più congrua è una cifra che non crei l'effetto perverso per cui un cittadino decide di non pagare sperando nello stralcio del debito". 



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