Banche: Unimpresa, prestiti ad aziende giu' di 22 mld (-2, 69%)
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Banche: Unimpresa, prestiti ad aziende giu' di 22 mld (-2, 69%)

Banche: Unimpresa, prestiti ad aziende giu' di 22 mld (-2, 69%)

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(AGI) - Roma, 28 giu. - Negli ultimi 12 mesi i finanziamentibancari sono calati di oltre 22 miliardi di euro (-2,69%), alritmo di quasi 2 miliardi al mese, mentre sono cresciuti iprestiti alle famiglie di 342 milioni (+0,06%). Prosegue lacrescita delle sofferenze, arrivate a 191 miliardi (+25miliardi). Questi i dati principali del rapporto mensile sulcredito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo cui ifinanziamenti al settore privato sono calati di 21,9 miliardiin un anno, trascinati al ribasso dal comparto aziende. Secondo lo studio dell'associazione, basato su dati dellaBanca d'Italia, da aprile 2014 ad aprile 2015, il totale deifinanziamenti al settore privato e' diminuito di 21,9 miliardidi euro passando da 1.427,7 miliardi a 1.405,8 miliardi. Unariduzione che interessa, tuttavia, solo le imprese (-22,2miliardi), mentre per le famiglie si registra una inversione ditendenza con una crescita, seppur lieve, di 342 milioni(+0,06%). Le erogazioni degli istituti di credito sono scese,complessivamente, dell'1,54% nell'ultimo anno. Periodo nelquale le aziende hanno assistito alla riduzione deifinanziamenti di quasi tutti i tipi di durata. Sono calati iprestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 9,1 miliardi(-2,96%) da 305,1 miliardi a 296,1 miliardi e quelli di lungoperiodo (oltre a 5 anni) di 25,8 miliardi (-6,42%) da 401,8miliardi a 376,1 miliardi, mentre quelli di breve periodo (finoa 5 anni), in controtendenza, sono cresciuti di 12,5 miliardi(+10,32%) da 121,9 miliardi a 134,5 miliardi. In totale, lostock di finanziamenti alle imprese e' comunque sceso da 828,9miliardi a 806,6 miliardi con una diminuzione di 22,2 miliardi(-2,69%). Diversa la situazione per le famiglie: meno prestitipersonali per 2,2 miliardi (-1,26%) da 181,8 miliardi a 179,5miliardi e giu' anche il comparto mutui casa con le erogazionidegli istituti calate di 1,2 miliardi (-0,34%) da 359,8miliardi a 358,6 miliardi; in controtendenza il credito alconsumo, salito di 3,8 miliardi (+6,73%) da 57,1 miliardi a60,9 miliardi. In totale, lo stock di finanziamenti allefamiglie e' lievemente aumentato in un anno da 598,7 miliardi a599,1 miliardi con una crescita di 342 milioni (+0,06%). (AGI)(AGI) - Roma, 28 giu. - Nell'ultimo anno - prosegue lo studiodi Unimpresa - si registra anche il boom delle sofferenze,cresciute di 25 miliardi. Le rate non pagate sono cresciute del 15% arrivando asuperare i 190 miliardi di euro, in aumento di oltre 25miliardi. La fetta maggiore di prestiti che non vengonorimborsati regolarmente agli istituti di credito e' quelladelle imprese (136 miliardi); le "rate non pagate" dallefamiglie valgono piu' di 35 miliardi, mentre quelle delleimprese familiari 15 miliardi. Superano il tetto dei 4miliardi, poi, le sofferenze della pubblica amministrazione,delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie. Secondoil rapporto, in totale le sofferenze sono passate dai 166,4miliardi di aprile 2014 ai 191,5 miliardi di aprile 2015(+15,08%) in aumento di 25 miliardi. Nel dettaglio, la quota disofferenze che fa capo alle imprese e' salita da 118,1 miliardia 136,3 (+15,56%) in aumento di 18,3 miliardi. La fettarelativa alle famiglie e' cresciuta da 32,1 miliardi a 35,5miliardi (+11,06%) in salita di 3,5 miliardi. Per le impresefamiliari c'e' stato un aumento di 1,5 miliardi da 14,1miliardi a 15,5 miliardi (+10,75%). Le "altre" sofferenze (pa,onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da2,3 a 4,1 miliardi (+70,88%) con 1,6 miliardi miliardi in piu'.Ad aprile 2014 le sofferenze corrispondevano all'11,66% deiprestiti bancari (1.427,7 miliardi), percentuale salita al13,63% ad aprile scorso, quando i finanziamenti degli istitutierano a 1.405,8 miliardi. Rispetto alla fine del 2010 lesofferenze sono piu' che raddoppiate: in poco piu' di quattroanni, da dicembre 2010 ad aprile 2015, sono passate da 77,8miliardi a 191,5 miliardi in salita di 113,7 miliardi. A fine2011 erano a 107,1 miliardi; alla fine del 2012 a 124,9miliardi. A fronte di questi dati, il presidente di Unimpresa, PaoloLongobardi, sostiene che "serve un ripensamento completo delrapporto banca-impresa". "Se da un lato - fa notare - leaziende devono necessariamente trovare nuove forme difinanziamento, alternative a quello tradizionale e bancario,gli istituti di credito, anche nel loro interesse, devonoridiscutere alcune regole e meccanismi di concessione che orarendono spesso impossibile accedere ai prestiti. Tra la crisi,che ha inevitabilmente portato ad anni consecutivi di bilanciin rosso, e le norme di Basilea per molti allo sportello lastrada e' sbarrata: insomma - conclude Longobardi - la buferafinanziaria e i regolamenti internazionali sui requisiti dicapitale sono stati e sono un mix micidiale". (AGI).
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