Roma - L'Accordo di libero scambio tra Hanoi e Bruxelles è tecnicamente concluso ma è ancora in fase di legal scrubbing, in vista della presentazione, da parte della Commissione, delle decisioni di firma, applicazione provvisoria e conclusione che avrà luogo, in Consiglio, non prima del secondo semestre 2017. Il testo dell’intesa prevede un collegamento con l’Accordo di partenariato e cooperazione (PCA), firmato tra Unione europea e Vietnam nel giugno 2012, in particolare con le previsioni sul carattere essenziale del rispetto dei diritti umani, democrazia e stato di diritto nei rapporti con l'Europa.
Oggi siglato accordo con Vietnam: Mattioli, nel 2017 missione in un mercato promettente per l'Europa pic.twitter.com/6d5nSloJcw
— Confindustria (@Confindustria) 23 novembre 2016
Nell'accordo, per quanto riguarda l’accesso al mercato dei beni, è previsto un tasso di liberalizzazione pari al 99% delle linee tariffarie, sia in termini numerici che di valore, sulla base del principio di simmetria degli impegni. Quando l'accordo di libero scambio entrerà in vigore il 71% delle esportazioni vietnamite entreranno nell’Unione Europea a dazio zero, a fronte di uno smantellamento del 65% dei dazi all'importazione da parte vietnamita sui prodotti europei.
E' previsto che dopo 7 anni, l’Europa liberalizzzi quasi tutte le importazioni dal Vietnam e il Vietnam, a sua volta, il 97% delle importazioni europee. Quel che rimane delle importazioni europee sarà liberalizzato a 10 anni.
Anche in materia di Investimenti, la parte di accesso al mercato (che riguarda i settori non terziari) è considerata molto ambiziosa, in linea con i negoziati CETA (Canada-EU Comprehensive Economic and Trade Agreement) e Singapore. Il Vietnam ha infatti eliminato le restrizioni in molti ambiti. Per quanto riguarda la protezione degli investimenti, il capitolo è attualmente congelato in attesa dell’opinione della Corte di Giustizia sull’Accordo con Singapore, attesa nella prima parte del 2017.
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