Bruxelles - Il ciclo di vita lavorativo italiano è il più corto d'Europa. Nella penisola si lavora 'appena' 30 anni e 7 mesi, contro una media europea di 35 anni e quattro mesi. Lo rileva Eurostat nei dati diffusi oggi e riferiti al 2015. Tra il 2005 e il 2015 la vita lavorativa media si è allungata ovunque, Italia compresa, ma nel Belpaese è cresciuta meno che nel resto dell'Ue. Nel 2005 l'Italia era all'ultimo posto a pari merito con la Bulgaria (29 anni e sei mesi), ma a distanza di un decennio il primato è tutto tricolore. Se la vita lavorativa per gli uomini è aumentata di un anno e un mese, giungendo a 35 anni e quattro mesi, quella delle donne è cresciuta di due (da 23 anni e sette mesi a 25 anni e sette), nel rispetto della tendenza generale.
Nel territorio dell'Unione europea tra il 2005 e il 2015 la durata dell'attività lavorativa è aumentata più rapidamente per le donne (da 30 anni e due mesi a 32 anni e otto mesi) che per gli uomini (da 36 anni e sette mesi a 37 anni e 9 mesi). L'Italia come detto è il Paese dove si va prima in pensione (dopo 30 anni e 7 mesi di lavoro), la Svezia è invece lo Stato membro dove in media ci si va più tardi (41 anni e 2 mesi di lavoro). I dati confermano le due velocità nord-sud. Sono tutti nordici gli Stati dove il periodo di vita lavorativo dura 38 anni o più (Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e paesi scandinavi), mentre i Paesi Mediterranei e dell'est sono quelli dove dura meno di 33 anni (Bulgaria, Croazia, Grecia, Italia, Romania, Ungheria).