Roma - "Si temeva che il superamento della cosiddetta 'reintegra' avrebbe aumentato i licenziamenti. Non sembra essere stato cosi'". Lo afferma il presidente dell'Inps, Tito Boeri alla Relazione annuale, in cui nota che "l'incidenza dei licenziamenti nel 2015 e' diminuita del 12% rispetto all'anno precedente, molto piu' di quanto ci si sarebbe potuto aspettare alla luce del miglioramento del quadro congiunturale". Secondo Boeri, "il contratto a tutele crescenti non e' fatto per licenziare, ma per stabilizzare l'impiego, incentivando investimenti in capitale umano. Ci vorra' comunque del tempo - sottolinea - per compiere una valutazione approfondita della riforma". Analizzando gli effetti di Jobs act e Youth act, Boeri osserva che "non vi e' dubbio che l'esonero contributivo triennale abbia giocato un ruolo cruciale nel cambiare la natura delle assunzioni"; poi, come "era lettimo aspettarsi" le imprese hanno anticipato assunzioni previste per il 2016 all'ultimo mese del 2015. "Dovremmo preoccuparci - afferma Boeri - se, dopo questa impennata, la riduzione delle assunzioni (o l'aumento delle cessazioni) fosse tale da riportarci al numero di contratti a tempo indeterminato precedente il 2015. Cosi' non e', per fortuna. Al netto del 'calo fisiologico' di inizio 2016, il numero di contratti a tempo indeterminato e' aumentato di piu' di mezzo milione nel 2015. Inoltre, a partire da marzo 2016 il saldo mese per mese di assunzioni e cessazioni in questi contratti sta ricalcando le dinamiche degli anni precedenti al 2015. I contratti a tempo indeterminato sembrano, percio', destinati nel 2016 a stabilizzarsi su questi livelli piu' alti. Difficile che, dopo il grande balzo del 2015, possano crescere ulteriormente quest'anno tenendo conto della lenta ripresa della nostra economia". (AGI) .