Roma - "Negli ultimi dodici mesi hanno chiuso ogni giorno oltre 390 imprese". A lanciare l'allarme è il presidente di Rete Imprese Italia, Massimo Vivoli, in occasione dell'assemblea annuale. "Una vera e propria strage - ha osservato Vivoli - dovuta a una crisi che ha colpito con maggiore durezza la domanda interna, punto di riferimento per gran parte delle Pmi. Che si sono trovate schiacciate tra un mercato interno in stallo e l'aumento del prelievo fiscale, tra il crollo del credito e l'incremento del peso di adempimenti inutili e costosi".
Vivoli sottolinea che "Se si fossero mantenuti i trend di crescita del periodo precedente alla grande recessione, fra il 2007 e il 2015 il Pil Italiano avrebbe cumulato un incremento superiore al 6%. Ed invece, abbiamo registrato una caduta del 9%. Una differenza del 15%, pari a 230 miliardi di euro bruciati dalla crisi". è quanto ha affermato il presidente di Rete Imprese Italia, Massimo Vivoli, in occasione dell'assemblea annuale. "Una somma elevatissima, che non può che incidere in misura significativa sui bilanci delle famiglie e delle imprese in particolare su quelli delle imprese di ridotte dimensioni".
Ed è quasi insostenibile il peso del fisco: "L'incidenza del peso delle tasse sulle Pmi supera il 61%" e "in media, le sole imposte locali costano oltre 11mila euro l'anno" alle piccole e medie imprese. "Dobbiamo risolvere la questione fiscale - ha osservato Vivoli - serve una riforma che riduca sensibilmente la pressione fiscale sui cittadini e su tutte le imprese, di qualsiasi dimensione esse siano. E che introduca la detraibilità delle spese per l'adeguamento alle nuove normative. Lo stesso premier, pochi giorni fa - ha ricordato il presidente di Rete Imprese Italia - ha ammesso che il prelievo fiscale, in Italia, è ancora troppo elevato. Lo è in particolare, aggiungo io, per le piccole imprese".
Ovviamente, ha proseguito il presidente di Rete Imprese Italia, "per tagliare le tasse, bisogna trovare risorse. Ma noi crediamo che sia possibile, attraverso le risorse recuperate dalla riqualificazione della spesa pubblica e dal necessario riordino delle spese fiscali. Vanno usate anche le risorse recuperate dal contrasto all'evasione fiscale: non era anche questo già stato stabilito? In questo Paese il problema non è solo che si pagano troppe tasse, ma che è difficoltoso e costoso adempiere a questo dovere. Oltre ad abbassare la pressione fiscale, vanno resi più semplici e chiari gli adempimenti. Anche attraverso l'uso dei nuovi strumenti telematici". Il presidente di Rete Imprese ha quindi citato l'esempio della fatturazione elettronica e dell'invio telematico dei corrispettivi. Se ben implementati - ha concluso - non solo potrebbero abbattere gli oneri impliciti gravanti sulle imprese, ma renderebbero obsoleti gli studi di settore. Potrebbero dunque essere la base di nuove forme di compliance".
"Dobbiamo registrare che le scelte adottate dal governo in tema di fisco, con il taglio dell'Irap e del costo del lavoro - ha sottolineato ancora Vivoli - hanno inciso in modo diseguale fra piccole e grandi imprese, a vantaggio evidente di queste ultime. Dello stesso taglio dell'Ires, provvedimento più che positivo confermato dal Def - ha osservato - beneficeranno, infatti, soprattutto le imprese più strutturate". Per il presidente di Rete imprese Italia, "sulle possibilità di successo delle micro, piccole e medie imprese italiane, gravano problemi del Sistema Paese che costituiscono delle vere e proprie barriere alla ripartenza". L'Italia, ha proseguito Vivoli, "è indiscutibilmente un Paese di piccole e medie imprese, che però troppo spesso per la politica restano invisibili. Ancora peggio: quando tornano a essere visibili è per provvedimenti che non li aiutano. Dal punto di vista infrastrutturale, in particolare, il nostro Paese non può certo considerarsi attrezzato per sostenere le imprese di minori dimensioni. Per non parlare del peso della burocrazia che costa alle imprese circa 6 miliardi di euro ogni anno". Le Pmi, ha concluso, "devono tornare al centro dell'agenda di politica economica". (AGI)