Roma - Tra Europa e Africa bisogna "creare un corridoio Nord-Sud, un canale non solo energetico ma anche di unione, di sviluppo sociale e di stabilita'". Lo ha detto l'ad di Eni, Claudio Descalzi, intervenendo alla conferenza Mediterranean Dialogues. Secondo Descalzi, lo sviluppo e la stabilita' dovranno essere gli strumenti che metteranno in" comunicazione due continenti che sono complementari in materia energetica e possono crescere insieme. Solo con una Africa forte e stabile", ha sottolineato, "si puo' costruire la sicurezza e il futuro dell'Europa. Europa e Africa devono investire in questo progetto con un processo chiaro e definito e che vada al di la' delle frammentazioni dei popoli e degli egoismi degli stati e miri a creare valore di lungo termine. L'Italia ed Eni stanno investendo molto nella costruzione di questo futuro per creare una connessione energetica e di sviluppo tra i due continenti che garantisca prosperita' e sicurezza". Eni, ha aggiunto Descalzi, "e' in prima linea in questo importante progetto, operando sulle due sponde Nord e Sud del mediterraneo, usando l'energia Come un fattore che lega e unisce l'Africa il Medio Oriente e l'Europa". "Ci troviamo", ha detto l'ad di Eni, "in un contesto di grande cambiamento, caratterizzato da una riduzione strutturale dei prezzi delle materie prime, discontinuita' geopolitica, discontinuita' nelle scelte energetiche relative al cambiamento climatico. Di fronte a tali cambiamenti strutturali la risposta dell'industria deve mirare a un giusto equilibrio tra la ricerca del profitto e la creazione del valore, differenti mix energetici, maggiori investimenti per l'accesso all'energia dei paesi in via di sviluppo".
L'ad di Eni: Italia snodo decisivo per il Mediterraneo
Il top manager ha spiegato la 'filosofia' con cui opera il gruppo: "Modellare obiettivi di business bilanciati tra creazione di profitto e valore a supporto dei paesi in cui operiamo e' l'essenza del modello Eni. Siamo impegnati da decenni a produrre gas non solo per l'esportazione ma anche per la generazione dell'energia elettrica per uso locale, contribuendo cosi' a migliorare il mix energetico e ridurre le emissioni". In questo contesto, ha spiegato, "nel Mediterraneo agiamo per una grande sfida che e' una grande responsabilita', costruire modelli di cooperazione per sviluppare l'enorme risorse energetiche della regione e dare acceso all'energia alle popolazioni". Secondo Descalzi, "la grande scoperta di Eni in Egitto si pone in questo contesto e crea dinamiche nuove cambiando completamente le prospettive di sviluppo dei paesi del Nord Africa e in particolare l'Egitto. Da un lato garantisce l'autosufficienza energetica egiziana per i prossimi decenni e la disponibilita' di gas a costi contenuti, stimolando cosi' la crescita economica di una delle nazioni piu' popolose dell'Africa. Dall'altro, opera come volano per lo sviluppo di altre risorse di paesi limitrofi come Cipro e Israele ed in futuro anche per la Libia e il Libano. Se infatti i paesi coinvolti riusciranno a collaborare nella creazione di nuove infrastrutture necessarie e nello sfruttamento di quelle esistenti, ci sono tutte le condizioni per la creazione di un nuovo hub del gas del Mediterraneo che possa portare ricchezza e prosperita' in tutta la regione e diversificazione delle fonti energetiche per l'Europa". In tale ottica, ha concluso Descalzi, "la grande disponibilita' di gas nel Mediterraneo potra' favorire lo sviluppo di una politica europea che, coerentemente con gli obiettivi di decarbonizzazione, riconosca al gas il ruolo di fonte ideale da associare alla produzione di energia rinnovabile". (AGI)