Valdesi: perseguitati prima e dopo la Riforma
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Valdesi: perseguitati prima e dopo la Riforma

Valdesi: perseguitati prima e dopo la Riforma

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(AGI) - Torino, 22 giu. - Come Francesco d'Assisi, anche PietroValdo, mercante di Lione del XII secolo abbandono' i suoi beniper predicare il Vangelo tra i poveri. Ma l'arcivescovo diLione Guichard non ebbe la stessa visione profetica del vescovoGuido di Assisi che ricopri' il Poverello con le sue vestiliturgiche. Il presule francese intimo' infatti alla compagnianota col nome di "Poveri di Lione" di astenersi dal predicare.E lo stesso Innocenzo III che accolse i frati mendicanti e illoro fondatore in Laterano, scomunico' Valdo e i suoi, che altempo dicevano proprio le stesse cose. Inizio' cosi' la grandepersecuzione nel sud della Francia e allora i seguaci di Valdo si ritirarono nell'Italia settentrionale; soprattutto nellevalli del Piemonte. Una fuga che certo non favori' la tenutadottrinale cattolica del gruppo. In realta', pero', i valdesi si misero in apertacontrapposizione con la Chiesa di Roma solo nel 1532 quandoaderirono alla Riforma, subendo nuove sanguinose persecuzioniche hanno segnato la loro storia fino al 1849 quando ottenneroinfine i diritti civili con lo Statuto Albertino che liconcesse anche agli ebrei. Fu allora che i valdesi si diffuseroin tutta Italia, giungendo poi Oltreoceano, soprattutto inArgentina e Paraguay, ma anche negli Stati Uniti, insieme aimigranti che partivano dall'Italia in cerca di fortuna. Oggisono circa 30mila, e in Piemonte contano 41 Chiese (120 intutta Italia) di cui 18 nelle Valli Valdesi, il cui centro e' Torre Pellice, in provincia di Torino. Importante e' anchel'isola linguistico-religiosa di Guardia Piemontese inCalabria, fondata nel XII secolo da rifugiati valdesi. AGuardia Piemontese la popolazione, pur non professando ormai lafede riformata a seguito della strage del 1561, parla ancora undialetto provenzale. Numerose le grandi personalita' italianedi fede valdese: il pastore Tullio Vinay, il regista LuigiComencini, lo storico Giorgio Spini. Particolarmente efferata e' stata la persecuzione subitanelle Valli piemon­tesi nel 1655, descritta dagli storici EneaBalmas e Grazia Zardini Lana, nel libro "La vera relazione diquanto e' accaduto nelle persecuzioni e i massacri dell'anno1655". "Abbandonarono le loro case - scrivono i due storici - conmogli e figli, grandi e piccoli, sani e malati, trasci­nandolisotto la pioggia, la neve, nel gelo e nella miseria, trasinghiozzi e lamenti, come ognuno puo' immaginare. Tutte questemigliaia di persone, povere e mal vestite, costrette a fuggiresulle montagne e nelle caverne per cercare un riparo, senzapoter portare quasi nulla dei loro beni, si raccomandavanotuttavia a Dio ed erano risolute a giungere fino all'estremopur di non cambiare Religione". Ad uccidere furono cattolici indottrinati allo scopo.Racconta il libro che "i confessori per infervorare il piu'possibile il popolo perche' accorresse a questa crociata,avevano distribuito dei biglietti stampati con la promessa diindulgenza plenaria a chiunque si rendesse utile per ladistruzione di quei pretesi eretici". "Ad alcuni - descrivonotestimonianze dell'epoca riportate dai due storici - e' statosquarciato il petto, ad altri sono state strappate le viscere etagliate le parti vergognose; dopo avere abusato di alcunedonne hanno con­ficcato loro nel ventre molte pietre e inquesta posizione sono state trascinate finche' non hannoesalato l'ultimo respiro". Negli stessi tempi venneromassacrati in Francia gli Ugonotti. Contro di loro furonoordite persecuzioni da parte di Francesco I e di Carlo IX, conla benedizione piu' o meno esplicta di San Pio V. Di tuttoquesto ha chiestoperdono oggi Papa Francesco. (AGI).
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