Tunisia: dai 'gelsomini' alla svolta laica, con incubo jihadista
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Tunisia: dai 'gelsomini' alla svolta laica, con incubo jihadista

Tunisia: dai 'gelsomini' alla svolta laica, con incubo jihadista

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(AGI) - Tunisi, 18 mar. - Protagonista della Rivoluzione deigelsomini, la Tunisia e' stato il Paese che ha inaugurato lastagione delle Primavere arabe, riuscendo a compiere unatransizione culminata con la 'svolta laica' delle presidenzialidi fine 2014 e l'approvazione di una Costituzione consideratafra le piu' moderne del mondo arabo. Un processo caratterizzatoda luci e ombre, specie a causa dell'incubo terrorismo che haregistrato un preoccupante aumento negli ultimi anni. Dal 17 dicembre 2010, quando il fruttivendolo MohamedBouazizi si diede fuoco a Sidi Bouzid, accendendo la micciadelle rivolte arabe, la Tunisia ha seguito un percorsotravagliato e costantemente segnato dalla contrapposizione fra'anima' laica e islamica del Paese. Dopo la defenestrazione del dittatore Zine El Abidine BenAli nel 2011, il Paese e' stato governato per tre anni dagliislamisti di Ennahdha. La svolta e' arrivata nel dicembre 2014quando l'88enne Beji Caid Essebsi, esponente del fronte laico,ha sconfitto il rivale Moncef Marzouki, alleato degliislamisti. La vittoria e' stata accolta con grande entusiasmodagli osservatori occidentali; la Francia, ad esempio, haparlato di "ruolo storico della Tunisia" e di "pietra miliare"posta dal voto presidenziale, il primo realmente democraticodall'indipendenza del 1956. E l'Economist ha incoronato laTunsia "Paese dell'anno", sottolineando la "splendidaeccezione" in una regione dove "l'idealismo generato dalloscoppio della Primavera araba e', nella maggior parte dei casi,sfociato nel sangue e nell'estremismo". Il processo e'culminato nell'approvazione della nuova Costituzione,considerata fra le piu' moderne del mondo arabo, dove vienesancita l'uguaglianza fra uomini e donne, anche se l'Islamcontinua a rimanere religione nazionale. E nel governo dicoalizione fra laici e islamici nato nel febbraio scorso eguidato da Habib Essid, gia' uomo delle istituzioni sotto ilregime dell'ex rais Ben Ali. Forse proprio in virtu' di Paese'modello' delle transizioni in nord Africa, la Tunisia hatuttavia registrato un forte aumento dei fenomeni terroristici,complice anche la particolare posizione geografica che la vedea cavallo fra la Libia e l'Algeria in quella che ormai vieneconsiderata una 'zona franca' per gli jihadisti. Dalla cadutadi Ben Ali, inoltre, molti equilibri relativi all'apparato disicurezza del Paese sono saltati, consentendo ampi spazi dimanovra ai gruppi eversivi. Dalla Rivoluzione dei gelsomini, siritiene che piu' di 3mila giovani siano andati in Iraq e Siriaper combattere a fianco degli jihadisti. Ma e' soprattuttoall'interno del Paese che il terrorismo ha ripreso a colpire.Poche ore prima dell'attacco al Bardo, il ministerodell'Interno aveva annunciato di aver sgominato una cellulajihadista nella periferia nord di Tunisi. A febbraio leautorita' avevano annunciato la cattura di 32 islamisti chepianificavano "attacchi spettacolari" contro "infrastrutturevitali" del Paese, compresi edifici civili. A ottobre, nelgovernatorato di Sidi Bouzid, era stato catturato al Khatib alIdrissy, ritenuto il capo del salafismo jihadista tunisino ecervello di Ansar al-Sharia, gruppo dichiarato fuorilegge. Dopoil blitz al museo, il premier Essid ha ricordato che nelleoperazioni antiterrorismo sono gia' state arrestate 400persone. .
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