Romero: monsignor Paglia impossibile capirlo senza Rutilio Grande
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Romero: monsignor Paglia impossibile capirlo senza Rutilio Grande

Romero: monsignor Paglia impossibile capirlo senza Rutilio Grande

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(AGI) - CdV, 11 mar. - "E' impossibile comprendere Romero senzacomprendere Rutilio Grande". Lo afferma su Avvenire monsignorVincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per lafamiglia e postulatore della causa dell'arcivescovo martire,che proprio oggi ha reso nota la data della beatificazione diRomero, fissata per il 23 maggio a San Salvador. "E' certamentesignificativo - commenta Stefania Falasca in un editorialepubblicato dal quotidiano della Cei - che la comunicazioneufficiale del giorno della solenne celebrazione, che sara'presieduta dal prefetto della Congregazione delle cause deisanti, sia stata scelta proprio alla vigilia di un'altraricorrenza: quella dell'assassinio del gesuita salvadoregnoRutilio Grande, avvenuto il 12 marzo 1977, tre anni prima lamorte di Romero". Padre Grande, crivellato di colpi insieme adue campesinos mentre si recava a dire la Messa in una zonarurale, e' stata la prima vittima della serie di delitti controil clero, la prima della violenta persecuzione in un Paesegovernato da un'oligarchia che si professava cattolica". Anche per il sacerdote gesuita, aveva fatto sapere infebbraio lo stesso monsignor Paglia, e' ora in corso la causadi canonizzazione, istruita dalla diocesi salvadoregna ai primidi gennaio. Ed e' intenzione della Chiesa centroamericanacondurre questa causa parallelamente a quella di Romero versoil pieno riconoscimento della santita'. "Il motivo - spiegaFalasca - e' questo: lo "stretto legame che li unisce in unaprospettiva teologica e pastorale". Quella di padre Grande e' una figura chiave nella quales'illumina e si riflette a fondo l'azione e la conversionepastorale di Romero in quel difficile e controverso frangentestorico in favore della difesa degli oppressi, dei poveri edella giustizia sociale. La sua morte segno' profondamente gliultimi tre anni della sua vita. Romero aveva conosciuto ilgesuita nel 1967 nel seminario di San Jose' de la Montana, dovepadre Rutilio insegnava. "Pur esitante nelle amicizie intimecon altri ecclesiastici, Romero strinse con lui un rapporto diamicizia fraterna, di fiducia, che segno' i momenti importantidella sua vita" afferma nella biografia Primero Dios(Mondadori) lo storico Morozzo della Rocca. Padre Rutilio fumaestro di cerimonie alla sua consacrazione episcopale nel1970. "Romero - ricostruisce su Avvenire la Falasca - lo sentivacome un fratello, lo considerava un uomo di Dio. Era un gesuitanon di origini iberiche, come molti suoi confratelli inSalvador, diverso dal gruppo dei gesuiti accademicidell'Universita' Centroamericana, l'istituzione salvadoregnadove l'alta cultura impartita mirava a formare la classedirigente alternativa chiamata a cambiare il Paese, da Rutiliochiamati scherzosamente 'maestri d'Israele'. Secondo padreGrande, in effetti, "l'unica soluzione dei mali del Salvador,la cui anima era rurale, e' la comunicazione del Vangelo tra ilpopolo e con il popolo dei contadini. Aveva la convinzione,nata da un'ispirazione d'amore, che la sequela di Gesu' e ilVangelo potessero portare a un cambiamento piu' profondo dellepersone e delle strutture che non qualsiasi programmapolitico". "La liberazione che padre Grande predicavas'ispirava alla fede", disse Romero al funerale di Rutilio. "Laliberazione che termina nella felicita' di Dio, la liberazioneche inizia dal pentimento per il peccato, la liberazionefondata su Cristo, unica forza che salva: questa e' liberazioneche Rutilio Grande ha predicato.... magari la conoscessero imovimenti sensibili alla questione sociale. Non si esporrebberoall'insuccesso, alla miopia che fa vedere le cose temporali,strutture del tempo. Finche' non si vive una conversione delcuore... tutto sara' debole, rivoluzionario, passeggero,violento. Non cristiano". (AGI).
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