R oma - Gli italiani leggono meno e ci sono perdite di quota anche tra i lettori forti. Un dato, quello rilevato dall'Istat, che non sorprende Giovanni Francesio, responsabile editoriale di Frassinelli (gruppo Mondadori), ma che non lo convince del tutto. "Ci sono cose che tornano e cose che non tornano. Mi torna il problema del sud (secondo l'Istat il 62,7% della popolazione non legge) che e' storico, anche legato al fatto che ci sono molte meno librerie" dice all'Agi, "Non mi torna quello sugli adolescenti e bambini (secondo l'Istat quasi la totalita' dei bambini e due terzi degli adolescenti non leggono libri) perche' dal punto di vista dell'editore la letteratura per ragazzi e' stata la piu' interessante, con tantissimi titoli che vanno benissimo".
Sul dato generale, Francesio di dice "propenso alla spiegazione piu' semplice: la gente legge meno perche', nell'era della connessione perenne, dedica meno tempo alla lettura: un tempo sul treno la gente leggeva, ora smanetta sullo smartphone. Moltiplicata sull'intero mercato, anche solo mezz'ora di lettura in meno incide. Persino i lettori forti comprano meno libri".Un problema che pero' non e' senza soluzione. "Penso che l'editoria sia alla ricerca di un punto di equilibro economico che a volte esiste gia'" dice, "nel paragone con la musica ci sono diferenze, ma anche consonanze. Il settore industriale della musica si e' molto ridimensionato e con i libri succedera' lo stesso, anche se in misura meno evidente". La ricetta, secondo Francesio, e': "liberarsi dell'ossesione del besteller e costruire programmi editoriali che abbiano un senso". Ma con una condizione essenziale alla base: "rimettere la produzione editoriale al centro del dibattito culturale". (AGI)