R oma - Da Sergio Mattarella a Fiorello, il mondo della politica e della cultura piange il maestro Giorgio Albertazzi, spentosi a 92 anni.
"Con Giorgio Albertazzi scompare uno dei massimi interpreti del teatro e del cinema italiano contemporaneo. Attore versatile e innovativo, ha saputo unire nella sua lunga carriera tradizione e modernita'. Le sue interpretazioni dei grandi classici restano una pietra miliare nella storia dello spettacolo. Albertazzi, che ha dedicato al teatro l'intera esistenza, e' stato punto di riferimento e maestro per generazioni di attori e registi", ha dichiarato il presidente della Repubblica, Mattarella.
"E' scomparso un grande italiano che ha fatto la storia del teatro e in parte anche del cinema", è stato invece il ricordo del premier, Matteo Renzi, alla Biennale di Venezia. "Albertazzi e' stato un protagonista assoluto del nostro teatro. Un pezzo importante del Novecento italiano. Un uomo cosi' non muore mai", ha scritto su Twitter il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini.
"Un monumento della cultura italiana, una personalita' straordinaria che ho avuto l'onore di conoscere, una persona libera che amava dire quello che pensava e che ha saputo far rivivere la cultura italiana. Per noi e' una grande scomparsa", ha sottloineato la candidata a sindaco di Roma per Fdi e Lega, Giorgia Meloni, arrivando all'Auditorium della Conciliazione per la presentazione dei suoi sette obiettivi per la capitale. Quando l'attore e' stato citato, la sala gli ha dedicato una lunga standing ovation.
"Non si puo' non dire...Grazie maestro!", è il messaggio su twitter di Rosario Fiorello.
"Albertazzi? Come me era un anarchico naturale e per questo andavamo d'accordo". Il premio Nobel, Dario Fo, intervistato da Skytg24, ricorda cosi' l'amico e compagno di avventura. "Appena potevamo tutti e due ci mettevamo a scrivere, rielaboravamo dei testi di Shakespeare e poi li recitavamo insieme. Proprio ora mi sto rileggendo un testo che abbiamo riscritto insieme e che e' quello di 'Enrico IV' che si trucca da soldato e va a provocare gli altri soldati perche' vuole sapere la condizione in cui si trova tutta la truppa. E' un pezzo eccezionale - sottolinea Fo - dove il piacere di recitare con un grande come Albertazzi compensava le difficolta'. Entrambi avevamo dei punti di contatto molto chiari, e anche quando si discuteva alla fine si arrivava a recitare come conclusione". "Lo saluterei con questo verso - conclude l'attore - tutto appare e tutto e' vero, basta capovolgersi per rendersi conto che la verita' e' ancora un'altra".(AGI)