R oma - Trentacinque persone in Italia possono vantare una discendenza di altissimo livello: sono tutti parenti di Leonardo Da Vinci. E tra i discendenti del genio, spunta un nome noto, quello di Gianfranco Corsi, in arte Franco Zeffirelli. Il regista è infatti figlio di Ottorino Corsi (nato e vissuto a Vinci e successivamente trasferitosi a Firenze), nipote di Olinto Corsi, uno dei personaggi piu' noti della Vinci di fine Ottocento.
E' quanto emerge dalla ricostruzione dell'albero genealogico della famiglia Da Vinci, uno durato 43 anni e condotto dal leonardista Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Leonardo Da Vinci, e dalla storica Agnese Sabato, presidente dell'associazione internazionale Leonardo da Vinci. Secondo gli esperti, la famiglia Corsi si è imparentata con la famiglia Da Vinci nel 1794 grazie al matrimonio fra Michelangelo di Tommaso Corsi e Teresa Alessandra Giovanna di Ser Antonio Giuseppe Da Vinci, diretta discendente di Ser Piero, padre di Leonardo. "Ho fatto una serie di ulteriori ricerche - ha spiegato Vezzosi - per definire esattamente il rapporto tra la famiglia di Leonardo Da Vinci e quella dei Corsi, e quindi di Zeffirelli dopo alcune dichiarazioni dello stesso regista in occasione del Premio Leonardo che nel 2007 gli venne consegnato dal Presidente Giorgio Napolitano". "I Corsi, che sono la mia famiglia, sono anche una famiglia che discende da Leonardo" disse scherzando.
Tra i discendenti non VIP, un agente di polizia, un artista-pasticcere, un ragioniere, un fabbro in pensione e - buon sangue non mente - un architetto. "Credevamo fosse una leggenda" hanno commentato alcuni dei partecipanti all'evento 'Leonardo Vivè di giovedì sera al Teatro di Vinci di Firenze. "Mia madre Dina aveva ragione - ha raccontato Giovanni Calosi, nato nel 1940 e residente a Vinci, ex ragioniere in una ditta di falegnameria - ci parlava di documenti e lettere scritte al contrario che si leggevano solo allo specchio. Da generazioni si tramandava quella che noi abbiamo sempre ritenuto essere una leggenda e che invece si è poi dimostrata realtà. è per questo che a quei documenti, andati persi e venduti, non avevamo mai dato importanza". (AGI)