R oma - C'era tutto il cinema che conta, i grandi autori e i grandi attori del presente e del passato, per la commemorazione di Ettore Scola alla Casa del Cinema di Roma. Il 'funerale laico' del grande cineasta scomparso martedì scorso si è svolto nell'arena della struttura romana dove Scola festeggiò i suoi 70 anni e poi i suoi 80. Maestro di cerimonia, Felice Laudadio, fondatore e direttore della Casa del Cinema, che ha ricordato come l'amico scomparso avrebbe sempre desiderato essere salutato con una festa. E così è stato, a partire dagli interventi sul palco (che dovevano essere "divertenti, come sarebbero piaciuti a lui" per esplicita richiesta dei famigliari) fino al brindisi finale alla memoria di Scola. La moglie Gigliola, presente con le figlie Silvia e Paola e i tanti nipoti, ha sintetizzato nel suo intervento - l'ultimo della cerimonia - che idea avesse il marito della morte e del funerale: lo immaginava come quello diretto nel film 'I nuovi mostrì in cui i comici di una compagnia, tra cui Alberto Sordi, salutano il feretro di un collega facendo l'unica cosa di cui sono capaci, facendo ridere.
Per l'addio laico a Ettore Scola sono arrivati alla Casa del cinema in tanti. Registi di ieri e di oggi (tra cui Citto Maselli, Giuliano Montaldo, Carlo Verdone, Paolo Virzì, Giuseppe Tornatore, Gabriele Muccino), attori (tra loro Stefania Sandrelli, Franco Nero, Pif, Gigi Proietti), politici di sinistra (D'Alema, Veltroni, Vendola, Zingaretti, Fassina), intellettuali (Dacia Maraini, Raffaele La Capria), uomini di cinema come Aurelio De Laurentiis, Roberto Cicutto o Giancarlo Abete, ma anche tanta gente comune hanno salutato e applaudito gli interventi commemorativi degli amici e colleghi di Scola chiamati a parlare. Ha iniziato Carlo Verdone, ricordando che "non è stato solo una grandissimo artista, ma una persona per bene. Io gli devo moltissimo per la capacità di mettere l'umanità sempre al centro dei suoi film". Il regista romano ha spiegato che la cosa più importante fatta da Ettore Scola è stata di "far conoscere la commedia italiana all'estero con rispetto. Se questo è avvenuto - ha aggiunto - lo dobbiamo ad autori come Scola, Monicelli, Germi e tanti tanti altri".
In tema di grandi registi, sul palco è salito Giuseppe Tornatore che ha raccontato un aneddoto inedito del rapporto Scola-Fellini. "Dopo aver girato 'C'eravamo tanto amatì dove Federico recitava nella parte di se stesso, Ettore gli chiese che ne pensasse del film. La sua risposta - ha raccontato Tornatore - conteneva un dubbio: la scena in cui Gassman e la Sandrelli rivelano a Manfredi di essere innamorati viene ripresa dall'altro. Fellini disse: 'non si riprende mai dall'alto'. 'Perché?', chiese Scola. 'Perché dall'alto è la visuale di Dio'. Al che l'amico lo interrogò: 'ma tu credi in Dio?'. 'No', rispose Fellini. 'E allora...?'. In ogni caso - la conclusione del racconto di Tornatore - Scola non fece mai più nei suoi film riprese dall'alto". Dopo i due grandi registi, sono saliti sul palco anche Paolo Virzì, Stefania Sandrelli (che ha letto suoi appunti interrompendosi spesso per la commozione), Pif (che ha dedicato a Scola, al cui fianco ha lavorato nell'ultimo film delle figlie Silvia e Paola, una bellissima lettera ricca di ironia) e Giuliano Montaldo.
Stefania Sandrelli ricorda Ettore Scola alla Casa del Cinema di Roma - VIDEO
Lettera di Pif a Ettore Scola: se non voleva piu' vedermi poteva inventarsi un mal di testa - VIDEO
Di altro tenore l'intervento di Walter Veltroni, amico di vecchia data e compagno di partito, che ha salutato il cineasta scomparso con la voce commossa, citando una dedica che gli aveva fatto anni prima e sottolineando la sua grandezza come artista e intellettuale e il suo coraggio "ad accettare l'incarico di ministro-ombra del Pci in un governo-ombra il cui premier si chiamava Achille". Al termine della cerimonia, durata poco più di un'ora, sono ripartite le musiche di Armando Trovajoli che hanno accompagnato per due giorni il viavai di persone alla camera ardente di Scola alla Casa del Cinema. E alla fine tutti hanno alzato i calici al cielo e fatto un sincero brindisi alla salute di Ettore Scola. (AGI)
(22 gennaio 2016)