Anche nei territori a statuto speciale ci sono casi di malgestione. E dopo il referendum in Lombardia e Veneto, che hanno riacceso i fari sulle richieste di 'statuto speciale', Repubblica oggi pubblica un'inchiesta sul caso della Valle d'Aosta. Partendo da uno dei simboli della regione, per lo meno uno dei luoghi che ne hanno reso celebri il nome: il Casinò di Saint Vincent: "Ogni valdostano, neonati compresi, perde al Casinò un centesimo all’ora. E non è una battuta a effetto, ma un’emorragia economica reale: perché la casa da gioco è pubblica, di proprietà della Regione. Che ora, dopo il rosso monstre dell’anno scorso (46,6 milioni!) dovrà con ogni probabilità rimettere mano al portafoglio per ricapitalizzare: almeno una ventina di milioni" scrive Sergio Rizzo.
Uno dei tasselli di un'inchiesta racconta come in Valle D'Aosta ci siano anche il record di dipendenti pubblici: 14.101, ovvero uno ogni nove valdostani, su un paese di 126mila abitanti "Più o meno la metà di Verona". A questo si aggiunge la "la pletora assurda delle società pubbliche". Una sessantina di partecipazioni.
E le poltrone: "In una Regione normale come la Lombardia c’è una poltrona ogni 125 mila abitanti. Seguendo lo stesso criterio, il consiglio regionale della Valle D’Aosta dovrebbe averne una sola. Invece sono 35: una ogni 3.600 residenti". E dietro quelle poltrone c'è l'ombra del voto di scambio: "Su 35 consiglieri, una decina hanno ricoperto incarichi in aziende o enti regionali. E colpisce che in quattro siano stati sospesi ai sensi della legge Severino perché raggiunti da condanne in primo grado in seguito alle inchieste sull’uso improprio dei fondi di partito".
Inchiesta che Rizzo conclude con un particolare: "Dal 2008 non c’è un volo di linea e l’aeroporto è costato quest’anno un altro milione e mezzo a un bilancio regionale pieno di sorprese. Una per tutte. Si scopre che dal 2001 la Regione ha stipulato con Deutsche bank un contratto in derivati per 543,1 milioni (4.310 euro per ogni cittadino) a valle di un prestito obbligazionario per comprare le centrali idroelettriche. Motivo, tutelarsi dal rischio di aumento dei tassi d’interesse. Fatto sta che i tassi sono al minimo storico e per quel contratto ventennale i valdostani stanno accantonando 43,5 milioni l’anno: circa 27 di capitale e 16 di interessi". Nuove voglie di autonomie e statuti speciali avvisati