Taranto e Bari, arriva lo sdoganamento in mare delle merci
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Taranto e Bari, arriva lo sdoganamento in mare delle merci

Taranto e Bari, arriva lo sdoganamento in mare delle merci

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(AGI) - Taranto 28 set. - Svolta in arrivo per i porti diTaranto e Bari. Dalla prossima settimana e' previstaun'importante innovazione per il traffico merci: si tratta delcosiddetto "pre-clearing", ovvero lo sdoganamento gia' in mare,durante la navigazione dell'unita', delle merci. Il nuovosistema, che avra' un avvio sperimentale, vede ilcoinvolgimento del Corpo delle Capitanerie di porto. "Per unanave, prima che tocchi il porto, si sapra' quali containerdovranno transitare nelle aree di verifica per esseresottoposti a ulteriori controlli e quali invece no perche' giasdoganati", afferma Tommaso La Notte, vice direttoredell'Agenzia interregionale delle Dogane di Puglia eBasilicata. Sdoganamento in mare delle merci, snellimento delleprocedure amministrative, base logistica per i produttori diortofrutta di Puglia e Basilicata associati in consorzio epartner di un gruppo olandese del settore, Zona franca: sono iprincipali progetti che interessano il porto di Taranto. Oltre al "pre-clearing", sul piano dello snellimento,comunica il presidente dell'Autorita' portuale di TarantoSergio Prete, c'e' anche l'avvio sperimentale dal prossimo annodel progetto "Mednet" che prevede procedure telematiche per ilrilascio della documentazione. "Gli atti amministrativi sarannosemplificati e il lavoro degli operatori agevolato" affermaPrete. E anche lo sdoganamento delle merci in mare, chiariscel'Agenzia interregionale delle Dogane di Puglia e Basilicata, sara' "semplificazione di procedure e di controlli senza pero'ridurre la sicurezza dei traffici". Ma il porto punta moltosoprattutto sulla Zona franca non interclusa riconosciuta dallastessa Agenzia delle dogane. "Zona franca - evidenziano Prete eLa Notte - sembra solo una sigla, invece, se sara' colta dalleimprese in tutta la sua potenzialita', puo' davvero fare ladifferenza. Il vantaggio che gli operatori avranno e' infattitangibile: tutte le merci che saranno nella Zona franca,compresa la loro lavorazione, trasformazione e assemblaggio,non pagheranno dazi e non saranno sottoposte al regimedell'Iva. Sugli investitori stranieri - evidenziano Autorita'portuale di Taranto e Agenzia interregionale delle Dogane -questo puo' avere un effetto attrattivo". Aspetto che gia'interessa gli investitori della societa' "Taranto Logistica", iquali, con un project financing pubblico-privato, stannocostruendo la piattaforma logistica - un investimentocomplessivo di 200 milioni di euro - che entrera' in funzionel'anno prossimo e che servira' a ricevere, stoccare, lavorare etrasformare le merci in transito nel porto. "La Zona francapuo' essere una speranza nuova per il porto" commenta ilsindaco di Taranto, Ezio Stefano. E per il terminal container di Taranto, che fa capo allasocieta' Taranto container terminal partecipata dalle compagnieHutchinson ed Evergren, si e' aperta una fase di tregua dopol'accordo in Prefettura e l'impegno di Tct di non sospenderedel tutto l'operativita' dell'infrastruttura portuale a causadei lavori di ammodernamento ma di mantenere comunque una quotadi traffico. E' infatti garantito l'approdo settimanale di unanave "shuttle" che fa la spola tra il Pireo e Taranto e sbarcai container destinati al mercato locale e di un'altra unita' diuna compagnia associata ad Evergreen che assolve alla stessafunzione. Resta invece confermata la decisione di Evergreen dinon far piu' attraccare a Taranto, dai giorni scorsi, le naviimpiegate su rotte oceaniche perche' non ci sono fondali diprofondita' adeguata. Si attende intanto per i prossimi giornila convocazione di un vertice a Roma, presidenza del Consiglioo ministero delle Infrastrutture, tra le parti firmatariedell'accordo di giugno 2012 sul porto di Taranto. "Puo' sembrare che non si sia fatto nulla in questi mesi -afferma il presidente dell'Autorita' portuale di Taranto, Prete- ma non e' cosi' se consideriamo che nei grandi corridoitrasportistici europei non c'eravamo e oggi ci siamo, che conla riforma si voleva cancellare l'Authority di Tarantoaccorpandola ad altre mentre ora conservera' la sua autonomia.Tct ha contestato i nostri ritardi infrastrutturali, ma che ilavori pubblici in Italia abbiano un iter complicato e' cosanota. Eppoi - aggiunge Prete - il progetto della piastralogistica di Taranto, pure autorizzato dal Cipe e inseritonella Legge Obiettivo, ha dovuto aspettare dieci anni prima diveder partire i cantieri e ora, l'anno prossimo, le prime operefunzioneranno. In quanto al terminal container, e' dal 2012 chesi e' davvero messo mano alle progettazioni. Chiediamo quindi aTct e alle parti coinvolte di poter gestire insieme la fase ditransizione dovuta all'ammodernamento infrastrutturale sapendoche questo ci portera' ad avere un porto piu' competitivo".(AGI).
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