(AGI) - Napoli - 10 lug. - La direzione investigativa antimafiadi Napoli ha sequestrando beni per 100 milioni di euro a unimprenditore del calcestruzzo affiliato al clan camorristicodei Casalesi.
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I giudici del tribunale di Santa Maria CapuaVetere, sulla base di indagini degli uomini del centro di partenopeo guidato da Giuseppe Linares, hanno emesso undecreto di sequestro nei confronti di Alfonso Letizia, 67 anni,che ha aziende nel settore di estrazione inerti, gestione dellecave e calcestruzzo ed e' stato arrestato il 6 dicembre 2011nell'ambito di un bliz della Dia napoletana che vide anche larichiesta di arresto per l'ex sottosegretario all'EconomiaNicola Cosentino e misure cautelari per 55 persone.L'operazione, denominata "il principe e la scheda ballerina",era centrata sull'intreccio politica-imprenditoria-camorra eaveva al centro la costruzione di un centro commerciale aVilla Briano. Anche in quella occasione furono eseguitisequestri, ben 15 decreti, uno dei quali riguardava propriobeni di Letizia.Ad Alfonso Letizia, la Dia ha sequestrato 6 aziende nel settoredell'estrazione inerti e calcestruzzo, tra ditte individuali esrl, tutte con sede a Mondragone, la cittadina sul litoraledomitio in cui risiede; una quota da 50 mila euro di un aziendaimmobililare; 81 immobili tra terreni e fabbricati, tutti nelcasertano tranne due nel modenese; 29 tra auto e moto; numerosirapporti finanziari. Le indagini mostrano che l'uomo e' statoil punto di riferimento nel settore economico del clan,soprattutto della fazione Schiavone, mettendo a disposizionedella cosca i propri impianti le proprie strutture societarie e ottenendo in cambio di far parte del ristretto numero diaziende che potevano lavorare sul mercato casertano, anchegrazie al fatto che i Casalesi imponevano che a chiunqueaprisse cantieri sul territorio, di approvigionarsi dicalcestruzzo dalle ditte amiche. Letizia e'stato il fornitoredel calcestruzzo per la costruzione del centro commerciale "Ilprincipe" a Villa Briano, poi non realizzato ma catalizzatoredi assunzioni clientelari e voto di scambio. In ogni caso, esecondo la Dia proprio grazie alla protezione del clan, Letiziaha fornito calcestruzzo a prezzi di gran lunga maggioratirispetto a quelli del mercato. L'uomo ha tenuto personalmente icontatti con gli esponenti del clan e con le 'famiglie' diMondragone funzionali a una piu' proficua gestione dle proprieimprese. Di questo hanno parlato con i magistrati molticollaboratori di giustizia da Carmine Schiavone (che lodescrive legato al boss Bardellino gia' dal 1977-78) a LuigiDiana fino al boss collaboratore di giustizia Augusto la Torreche spiega come la societa' di Letizia negli anni 80 entro'nel consorzio Covin, aggregazione di estrattori di sabbiagovernata dai Casalesi. (AGI).