L’apertura della stazione di San Giovanni della Metro C di Roma slitterà ancora di due mesi. L’amministrazione Raggi, riporta Il Tempo, aveva promesso che la consegna sarebbe avvenuta entro l’autunno di quest’anno; ragione per la quale tutto il mese di agosto la linea rossa è restata chiusa tra le stazioni Arco di Travertino e Termini. Poi, a settembre la fatidica data è slittata a dicembre. Ma perché tanti rinvii?
L’ok che manca dal Comune
Secondo quanto riporta “La Repubblica”, “per aprire la stazione di San Giovanni occorre completare il collaudo tecnico-amministrativo della linea che parte da Montecompatri. Per ottenerlo, bisogna che il quadro economico sia quello finale, comprensivo di tutti gli aggiustamenti intervenuti in corso d'opera”. Ma qualcosa ancora manca. “E’ da fine luglio che il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) sollecita Virginia Raggi ad autorizzare la rimodulazione delle risorse all'interno del quadro economico per la costruzione della metro C, già a suo tempo approvato per consentire il completamento dei lavori sino al Colosseo. E sono cinque mesi che dal Campidoglio tutto tace”.
“Lo Stato, che finanzia l'opera per il 70%, attraverso il ministero delle Infrastrutture ha detto sì; idem la Regione; da Palazzo Senatorio invece nessuna risposta. Un silenzio che rischia di allungare i già biblici tempi di realizzazione della linea. E persino di compromettere l'apertura della stazione San Giovanni, già slittata da fine anno a metà marzo e a questo punto tornata in forse”.
Per procedere, infatti, è necessario l'ok di tutti e tre gli enti finanziatori: se ne manca uno, non se ne fa nulla. Risultato? “L'amministrazione 5S - vuoi per immobilismo, vuoi per disattenzione, vuoi per faide interne sull'infrastruttura tra le più strategiche per la città - rende di fatto impossibile questo passaggio fondamentale, che avrebbe scongiurato un ormai probabile blocco dei cantieri”.
Cosa si chiede nella rimodulazione delle risorse
In cosa consiste la rimodulazione delle risorse? Si tratta di un’operazione che “a saldo zero, che non comporta alcun aggravio di costi, bensì un semplice spostamento di somme in precedenza accantonate e poi però non spese. Ad esempio quelle relative agli imprevisti, che magari su una tratta non si sono più verificati come invece programmato, facendo "avanzare" importi per decine di milioni da impiegare su altre tratte più complesse. Una procedura persino banale, che tuttavia senza l'ok del Campidoglio non si può approvare”.
La lunga odissea della Metro C
La stazione di San Giovanni della Metro C è fondamentale soprattutto per lo snodo con la Linea A. Trasporta fino a 150.000 persone al giorno e se, come è stato anticipato, la rete verrà prolungata fino alla stazione di Clodio, la linea potrà trasportare fino a 600.000 passeggeri al giorno. In costruzione dal 2007 - ma con una storia che inizia negli ’90 - la Metro C è progettata per attraversare la città da nord-ovest, nel quartiere Della Vittoria, alla periferia est estendendosi oltre il Grande Raccordo Anulare per una lunghezza originariamente prevista di circa 25,6 km e 30 stazioni passando per il centro storico.
La prima tratta di 15 stazioni, Monte Compatri-Pantano-Parco di Centocelle, è entrata in esercizio il 9 novembre 2014, mentre la seconda di 6 stazioni, Mirti-Lodi, è stata inaugurata il 29 giugno 2015. Oltre al collaudo di San Giovanni, è ancora in costruzione anche la stazione di Colosseo. A questa fase dovrebbe poi seguirne un’altra per il prolungamento della rete fino a piazzale Clodio. La realizzazione della Metro C è finita più volte in cima alle cronache a causa dei vari ritardi e del costo previsto per la cosiddetta tratta fondamentale, quella compresa tra Clodio-Mazzini e Monte Compatri-Pantano, che ammonta a 3 miliardi e 739 milioni di euro.