Orrore a Palermo dove un clochard è stato ucciso da un uomo che ha versato benzina sul suo giaciglio e appiccato le fiamme. Una telecamera di videosorveglianza di una struttura di accoglienza gestita da frati ha ripreso il momento in cui una persona incappucciata dà fuoco a Michele Cimino, 45 anni. Nelle immagini l'individuo, felpa nera e cappuccio tirato sul capo, ha con sé un contenitore bianco e si avvicina, con passo veloce, a un giaciglio sul quale versa il liquido infiammabile. Cimino ha il tempo di alzare il capo, la persona incappucciata si allontana e appicca le fiamme a pochi passi dalla mensa dei poveri.
La confessione
"Alla fine ha confessato. Si tratta di Giuseppe Pecoraro, 45 anni, e ha compiuto questo gesto per futili motivi. Riteneva che il clochard insidiasse la sua donna". Lo ha detto il capo della Squadra Mobile, Rodolfo Ruperti, incontrando i giornalisti.
"Non era in casa e lo abbiamo trovato che vagava in strada. Si era tagliato la barba e aveva provato ad occultare - ha continuato - diverse bruciature, tra cui una vistosa alla mano. Inizialmente ha sostenuto di essersi bruciato con la macchinetta del caffè".
Cimino e Pecoraro avevano già avuto un alterco ieri intorno alle 19. Decisive le indagini classiche e l'esame attento delle immagini di videosorveglianza e le testimonianze raccolte a riscontro. "E' stata la gelosia ad innescare l'azione di Pecoraro - ha spiegato Ruperti - perché riteneva che Cimino insidiasse la donna".
I precedenti di Napoli e Rimini
Di pochi giorni fa è un'altra brutale aggressione a un senzatetto: nella notte tra il 4 e il 5 marzo, a Napoli, un uomo di 46 anni è stato sorpreso mentre dormiva su un giaciglio improvvisato vicino allo stadio San Paolo, a Fuorigrotta. Due persone lo hanno picchiato selvaggiamente, hanno dato fuoco ai suoi 'averi' e lo hanno accoltellato alle gambe. Il sospetto della polizia è che si tratti di un gesto di intolleranza da parte di giovani teppisti.
Nel novembre del 2008 un altro clochard fu dato alle fiamme da quattro giovani - tutti tra i 20 e i 21 anni - a Rimini. I quattro, incensurati e provenienti da famiglie senza particolari problemi economici. avevano incendiato il giaciglio di Andrea Severi, 44 anni tarantino senza fissa dimora. L'uomo era sopravvissuto, ma aveva riportato ustioni su metà del corpo.