Roma- Mancano poco piu' di 48 ore e poi il centrosinistra conoscera' il nome del candidato sindaco di Roma, cioe' di colui che si assumera' l'impegno di riconquistare il Campidoglio dopo il traumatico epilogo dell'amministrazione Marino. Domenica si svolgeranno le primarie, con urne aperte dalle 8 alle 22 in oltre 190 sedi e 110 gazebo allestiti in ogni municipio della citta'. Una consultazione che arriva al termine di una campagna elettorale sottotono, in cui i sei candidati in campo hanno scelta la linea di un fair play forse eccessivo, come non ha mancato di sottolineare il commissario del Pd romano, Matteo Orfini. E che nella fase finale e' stata agitata dai rumors su un supposto appoggio di Verdini a Giachetti, da tutti smentito. Ora la parola passa agli elettori: ai seggi se ne attendono almeno 70mila, chiamati a scegliere (in ordine di apparizione sulla scheda elettorale) tra Chiara Ferraro (studentessa di 25 anni affetta da autismo), Roberto Giachetti (Pd), Domenico Rossi (Cd), Gianfranco Mascia (Verdi), Roberto Morassut (Pd) e Stefano Pedica (Pd). I favoriti, salvo clamorosi colpi di scena, sono certamente Giachetti e Morassut. Il primo, vicepresidente della Camera, ha dalla sua l'endorsement del premier Matteo Renzi, mediante un''investitura' pubblica dal quale lo stesso Giachetti ha cercato in parte di smarcarsi, ribadendo piu' volte di "avere una sua storia" (anche da ex radicale) e di "essere stato capace di dire dei 'no'". Ma questo non toglie che l'appoggio del segretario del partito ne faccia l'uomo da battere, un candidato che tra l'altro puo' vantare l'esperienza di capo di gabinetto dell'ex sindaco Francesco Rutelli (impegno orgogliosamente rivendicato) e una campagna elettorale fin qui puntata sull'ascolto dei cittadini in ogni angolo della citta'. Anche il suo principale competitor, Roberto Morassut, puo' vantare una grande esperienza da amministratore, come assessore nelle giunte di Walter Veltroni, e non a caso e' apparso a molti osservatori come il piu' preparato tecnicamente sui provvedimenti da assumere per risolvere i problemi della citta'.
Alle primarie del centrosinistra i cinesi di Roma non sanno chi votare. Lo riferisce all'Agi Marco Wong, presidente onorario di Associna che, con altre associazioni cinesi, ha promosso nei giorni scorsi la campagna Jasmine Roots (Radici di Gelsomino) per orientare gli elettori sino-cinesi al voto di domenica. Un'idea nata per evitare le strumentalizzazioni politiche viste alle primarie di Milano, quando il voto dei cinesi per Sala sollevo' polemiche. "La nostra analisi dei candidati ha prodotto conclusioni monche. Non siamo riusciti a incontrarli direttamente tutti e abbiamo ottenuto risposte incomplete alla lista delle 10 domande e 10 proposte che abbiamo sottoposto loro" spiega Marco Wong. "Gli elettori cinesi non potranno esprimere, quindi, un appoggio pieno e pubblico a nessuno dei candidati. Abbiamo tradotto in cinese il materiale elettorale, stiamo cercando di portare un po' di gente al voto". Elettori meno motivati e possibile scarsa affluenza al voto, quindi. Sala a Milano aveva incontrato alcuni rappresentanti della comunita' cinese e li avevi convinti, generando quel 'voto di massa' che aveva fatto inarcare piu' di un sopracciglio. A Roma e' invece probabile che nonostante il lavoro del comitato, l'affluenza al voto sia inferiore alle aspettative, aggiunge Marco Wong. Oltretutto, a complicare la partecipazione elettorale e' sopraggiunto anche il 'doppio passaggio', ovvero la preregistrazione al voto. "Purtroppo non siamo riusciti a incontrare direttamente i candidati dati per favoriti in questa competizione elettorale, cioe' Roberto Giachetti e Roberto Morassut": cosi' la circolare emessa ieri da Jasmine Roots. Alle primarie del Pd romane i cinesi hanno giocato la carta della trasparenza, lanciando una campagna mediatica per rendere chiaro il meccanismo di voto di una comunita' composta da 15mila persone, di cui un migliaio gli elettori effettivi.
Il comitato ha sottoposto una lista di10 domande e 10 proposte ai candidati, con l'obiettivo di elaborarle e condividerle con la comunita' dei votanti. Ma a parte Pedica, subito disponibile all'incontro, non con tutti e' stato possibile ottenere un confronto diretto. A due giorni dal voto, Jasmine Roots fa sapere di aver incontrato solo due candidati, ovvero Pedica e Gianfranco Mascia; i rappresentanti dei comitati di Giachetti e Morassut; il presidente del Pd Matteo Orfini. "Non siamo riusciti a contattare ne' Rossi ne' Ferraro", dicono. E veniamo all'analisi dei candidati. "Abbiamo sottoposto le nostre domande/proposte ai comitati di Giachetti e Morassut ma, non avendo avuto una risposta in tempo utile, ci siamo basati su posizioni da loro espresse in altri contesti o da persone del loro comitato elettorale che ci hanno comunicato il loro apprezzamento per l'iniziativa, invitandoci comunque a sostenerli ora, ma soprattutto dopo le primarie". Nel caso di Pedica, si legge ancora nella nota, "abbiamo registrato le sue opinioni sul commercio, sulle attivita' svolte insieme ad altre comunita' di stranieri in Italia e sulla sicurezza". Ma Pedica non e' stato l'unico ad aver accettato di incontrare i cinesi. Un confronto c'e' stato anche con Mascia che ha "condiviso tutti i punti del nostro documento aggiungendo l'idea di un centro interculturale". Infine, nell'incontro con Matteo Orfini, "sono state ricordate le varie attivita' svolte dal Partito Democratico, tra cui il Forum Immigrazione".Conclusioni "monche", quindi. I cinesi non escludono che siano state proprio le polemiche generatesi dopo le primarie milanesi a condizionare la possibilita' di incontrare i candidati dati per favoriti dai sondaggi, "per questo motivo non abbiamo la possibilita' di dare un suggerimento netto a favore di un candidato" continua la nota. "Abbiamo apprezzato la disponibilita' di Pedica che ci ha incontrati con pochissimo preavviso, la piena aderenza alle nostre proposte di Mascia, l'apertura a proseguire un dialogo dimostrataci dai vari membri dei comitati di Giachetti e Morassut, ma gli elementi che abbiamo a disposizione non sono sufficienti a esprimere un appoggio pieno. Siamo comunque convinti che sia importante partecipare per mostrare la volonta', da parte della comunita' cinese, di essere presente e contare, scegliendo senza nostri suggerimenti il candidato che piu' rispecchia ogni singolo" conclude la nota. (AGI)