Sassari - Non aveva detto a nessuno di essere incinta, né al suo uomo, di oltre 15 anni più grande, né a suo padre. Così una donna di 30 anni, seguita dai servizi sociali del Comune, ha dato alla luce una bimba in un bagno senz'acqua corrente della casa fatiscente che divideva da almeno un anno e mezzo con il compagno disoccupato a Santa Maria Coghinas, paese in provincia di Sassari. La piccola è morta, come constatato da un ginecologo di Tempio Pausania arrivato nell'abitazione dopo il 118, mentre la donna, ormai incosciente, è stata soccorsa per una grave emorragia, che avrebbe potuto ucciderla.
Sull'episodio, avvenuto il pomeriggio dell'Epifania, sono in corso accertamenti. La procura di Sassari ha disposto il sequestro del feto, su cui il medico legale effettuerà un primo esame, per accertare le cause della morte. La madre, invece, è ancora ricoverata all'ospedale civile di Sassari, dov'era stata trasportata d'urgenza in elicottero. La piccola sarebbe stata la sua prima figlia. I carabinieri della compagnia di Porto Torres, intervenuti sul posto assieme al sindaco Pietro Carbini, non hanno riscontrato segni di violenza. Il compagno ha dichiarato di non essere stato a conoscenza della gravidanza, mentre la versione della donna dev'essere ancora raccolta. Non è chiaro se anche lei fosso all'oscuro di aspettare un figlio. Resta la situazione di degrado in cui la coppia viveva: una casa dei genitori del compagno della donna, in cui c'era solo la luce elettrica. Mancava l'acqua corrente, anche se l'abitazione - come confermato dal sindaco - era dotata di una pompa esterna e la coppia disponeva di acqua grezza, usata per l'irrigazione.
La coppia non potrà tornare nell'abitazione fatiscente. "La casa è inabitabile, stiamo cercando alternative", spiega il sindaco Pietro Carbini, che era a conoscenza delle difficoltà della coppia, ma solo il giorno della tragedia ha potuto constatare le condizioni in cui i due, seguiti dai servizi sociali del Comune, vivevano. "Neanche l'assistente sociale era stata informata della gravidanza, altrimenti sarebbe intervenuta". Per trovare subito una sistemazione alla coppia, il sindaco lancia un appello alla cittadinanza. "Se qualcuno fosse disponibile ad affittare una casa con un canone accettabile", afferma Carbini, "l'amministrazione potrebbe inizialmente fornire una certa garanzia. Non possiamo, però, farcene carico a lungo. Abbiamo oltre trenta persone a carico dei servizi sociali". La ragazza avrebbe anche l'opportunità di tornare a vivere dal padre, che si è dichiarato disponibile ad accoglierla. "In certi casi", osserva il sindaco, bisognerebbe lasciar cadere un po' l'orgoglio e rendersi conto della situazione". (AGI)
(8 gennaio 2016)