Loris: deputato la incontra in carcere "non posso piu' sorridere"
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Loris: deputato la incontra in carcere "non posso piu' sorridere"

Loris: deputato la incontra in carcere "non posso piu' sorridere"

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(AGI) - Roma, 14 dic. - "Sono qua dentro, innocente. Nessuno micrede, nessuno mi vuole credere. I giornali non riportano tuttala verita'. Io sono innocente ma nessuno mi vuole credere".Sono le parole di Veronica Panarello riferite dal deputato diScelta Civica Andrea Vecchio che informa di aver visitatovenerdi' 12 la madre del piccolo Loris a Catania, nel carceredi Piazza Lanza. "Ai miei occhi, su una brandina addossata al muro conaddosso una coperta di lana giaceva un corpicino tremante erannicchiato. Ha sollevato la coperta e ha fatto cenno dialzarsi, sotto la coperta indossava i vestiti, una maglietta,un pullover e un paio di pantaloni. Ai piedi indossava un paiodi calze a righe orizzontali", racconta il parlamentare nellaricostruzione dell'incontro che affida ai media. "Le ho chiesto - prosegue - di rimanere seduta. Capellilisci, quasi sulle spalle, due labbra esili serrate, due grandiocchi scuri, quasi neri, sbarrati nel vuoto, a tratti rivolti anoi". Alla professione d'innocenza, riferisce il parlamentarenel suo racconto, la direttrice interrompe la Panarelloricordando che nei colloqui con i parlamentari non si puo'parlare dei motivi per i quali ci si trova rinchiusi. "Come stai, come ti senti?", domanda Vecchio. "Come possostare qua dentro, con il peso che ho?", risponde la donna. "Faiun sorriso", le chiede il deputato. "Come posso sorridere -ripete - con il peso che ho?". "Sei andata a scuola? Cosa haistudiato?", e' la domanda alla quale la madre di Loris rispondecosi': "Ho frequentato la scuola d'arte, al secondo anno misono fermata. So disegnare, mi piace molto disegnare". Vecchio le promette di farle avere un album da disegno edei colori e la visita si chiude con un abbraccio nel quale,spiega l'esponente Sc, "tento di trasmettere quel poco dicalore umano del quale sono capace. Il suo corpo vibra, trema.L'abbraccio e' veloce, la saluto, le stringo la mano, le dico'Coraggio, fatti forza!'". "Lei si professa innocente. Io - spiega ancora - non socosa pensare. Se innocente speriamo che venga subitoprosciolta, non sarebbe una conquista un innocente in galera eun assassino libero. Meglio cento colpevoli liberi che uninnocente in prigione. Se e' colpevole che sconti la sua penasperando che sia trasferita in un carcere che abbia la stessaumanita' che ho trovato nel carcere di Catania. Speriamo chefaccia un percorso rieducativo che la metta a confronto con lerealta' dure e amare della vita. L'ho lasciata, le mani tesequasi a chiedermi: portami con te". (AGI).
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