Guerra tra clan di camorra: 25 trucidato da 5 "amici", l'agonia
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Guerra tra clan di camorra: 25 trucidato da 5 "amici", l'agonia

Guerra tra clan di camorra: 25 trucidato da 5 "amici", l'agonia

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(AGI) - Napoli, 30 giu. - "Basta"... "Basta". Lo ha ripetutodue volte e con voce sofferenze e' stato ascoltato daicarabinieri che avevano sotto intercettazione uno degliaffiliati di spicco del clan D'Amico del quartiere di Napoli diPonticelli, Raffaele Stefanelli. Implorava di essere lasciato,ma i sicari della camorra avevano altri progetti. Sono leintercettazioni choc che hanno raccontato in diretta l'agoniadi un 24enne legato alla cosca della Vanella Grassi per unapartita di droga non pagata, lasciato, dopo essere statoferito, ancora vivo nella sua Fiat Panda per oltre un'ora,mentre i killer cercavano un posto isolato dove scaricarlo efarlo morire dissanguato. E' la storia di Raffaele Canfora,ucciso il 18 marzo del 2015 in contrada Patacca a Ercolano, ilcui cadavere fu trovato il 19 aprile in una campagnaabbandonata a Maddolani in provincia di Caserta, straziatodagli animali. Grazie alle intercettazioni telefoniche cheerano in corso a carico di Stefanelli si e' riusciti aricostruire passaggio dopo passaggio il ruolo di ognuno deicinque arrestati e soprattutto lo strazio patito dalla vittima.Grazie a un testimone oculare , poi, si e' riusciti a risalirealle fasi iniziali del delitto avvenuto in una strada isolatadi Ercolano, zona distante almeno venti chilometri dal parcoConocal del quartiere napoletano, dove Canfora si era recatoall'appuntamento-trappola. "Ho visto un'auto e tre ragazzi cheavevano i cappucci tirati in testa e poi un ragazzo che urlava:'io non so niente, ve lo giuro, non so niente'. Uno di loroaveva una pistola in mano e il ragazzo e' stato ferito a colpidi pistola", ha detto il testimone oculare. Determinante infineper individuare Stefanelli e' stato un bigliettino trovato acasa della vittima sul quale c'era appuntato il numero ditelefono del suo killer e il soprannome: ''o russo'. Sicario si tradisce in carcere Non poteva mai immaginare che i carabinieri gli avesseronascosto una microspia in cella e cosi' pensando di vantarsi dicioa che aveva fatto in realta' si e' 'condannato'. E' RaffaeleStefanelli, uno degli esecutori materiali del brutale omicidiodel 25enne Raffaele Canfora, tra i 5 arrestati oggi daicarabinieri a Napoli. Parla in carcere con un esponente delclan a cui pure lui e' legato, i Da Amico, il quale gli chiedese "Quello la' e' vivo o morto'. Il riferimento e' a Canfora,di cui dalla scomparsa, avvenuta nella notte del 17 marzo del2015, non era stato ancora rinvenuto il cadavere; il boss nonera a conoscenza degli sviluppi. Stefanelli con sicurezzarisponde vantandosi: "E' morto, lo schiattai io". E racconta:"Mi venne a muso corto, mi diede una spinta, appena mi ripresi,lo minacciai, nel buio, me lo tiravo con gli occhiali, cosi'uno davanti e un altro dietro che lo picchiava e appena fece laerrore di togliersi: 'bum, bum', lo stonai". Canfora, affiliatoalla cosca Vanella Grassi, doveva esigere da loro il pagamentodi una partita di droga ma i D'Amico non intendevano pagare.(AGI)
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