CdV - La Croce di Gesu', "segno dell'obbedienza ed emblema del tradimento, patibolo della persecuzione e vessillo della vittoria", oggi la vediamo "eretta nelle nostre sorelle e nei nostri fratelli uccisi, bruciati vivi, sgozzati e decapitati con le spade barbariche e con il silenzio vigliacco, nei volti dei bambini, delle donne e delle persone, sfiniti e impauriti che fuggono dalle guerre e dalle violenze e spesso non trovano che la morte e tanti Pilati con le mani lavate". Sono parole di Papa Francesco a conclusione della Via Crucis che ha presieduto al Colosseo.
In una lunga e coinvolgente preghiera, il Pontefice ha evocato la Croce come presente "oggi nel nostro Mediterraneo e nel mar Egeo divenuti un insaziabile cimitero, immagine della nostra coscienza insensibile e narcotizzata". "Immagine dell'amore senza fine e via della Risurrezione, ti vediamo ancora oggi - ha detto - nelle persone buone e giuste che fanno il bene senza cercare gli applausi o l'ammirazione degli altri". Francesco ha condannato invece "i dottori della lettera e non dello spirito, della morte e non della vita, che invece di insegnare la misericordia e la vita, minacciano la punizione e la morte e condannano il giusto" e, con evidente allusione ai preti pedofili, "i ministri infedeli che invece di spogliarsi delle proprie vane ambizioni spogliano perfino gli innocenti della propria dignita'". E definito "impietriti" i cuori di "coloro che giudicano comodamente gli altri, cuori pronti a condannarli perfino alla lapidazione, senza mai accorgersi dei propri peccati e colpe".
"Abbiamo paura del diverso dello straniero del migrante. Forse anche di Dio". Sono risuonate al Colosseo queste parole nella Via Crucis presieduta dal Papa, lette dalla giornalista Francesca Fialdini. Il cardinale di Perugia Gualtiero Bassetti, autore delle meditazioni, le ha scritte prima degli attacchi di Bruxelles, ma i fatti dei giorni scorsi le hanno rese drammaticamente attuali. "Il tuo volto, Signore, io cerco!", invoca il Salmo 27 che Bassetti prende come punto di partenza. "Aiutami - hanno pregato il Papa e i fedeli al Colosseo - a trovarlo nei fratelli che percorrono la strada del dolore e dell'umiliazione. Fa' che io sappia asciugare le lacrime e il sangue dei vinti di ogni tempo, di quanti la societa' ricca e spensierata scarta senza scrupolo. Fa' che dietro ciascun volto, anche quello dell'uomo piu' abbandonato, io possa scorgere il tuo volto di bellezza infinita". "Dove e' Dio mentre affondano le carrette cariche di migranti nel Mediterraneo?", si e' chiesto l'altro speaker, Orazio Coclite ricordando che "gli uomini si ribellano all'idea di non avere potere, di non avere la capacita' di portare avanti la propria vita. Gesu', invece, incarna il "potere dei senza potere".
"Donaci - hanno poi invocato Francesco e i fedeli che gremivano l'area del Colosseo ma anche i cristiani di tutto il mondo che hanno seguito il rito in mondovisione - la coscienza del nostro peccato, quella volonta' di rialzarsi che nasce dal dolore. Da' a tutta la tua Chiesa la consapevolezza della sofferenza". Lungo le stazioni - mentre la Croce passava dale mani del cardinale vicario Agostino Vallini a queklle di una famiglia romana e poi ancora a quelle di un disabile, di alcuni volontari e di profughi, fino a quelle dei frati della Custodia di Terra Sanra - c'e' stato spazio per altre riflessioni profonde, come quelle sulla prima caduta di Gesu' sotto il peso della croce: se "la sofferenza per l'uomo e' a volte un assurdo", lo sforzo e' quello di comprendere "quanta liberta' e forza interiore" ci sia stata in quell'umano inciampo che e' un'inedita rivelazione divina di Cristo. E le domande a Dio sui perche' diventano allora preghiera: "per gli ebrei morti nei campi di sterminio, per i cristiani uccisi in odio alla fede, per le vittime di ogni persecuzione". Molto forte l'invocazione per i confessori: "offri in particolare ai ministri della Riconciliazione il dono delle lacrime per il loro peccato". "Come potrebbero invocare su di se' e sugli altri la tua misericordia se non sapessero prima piangere le loro colpe?", si e' chiesta l'assemblea presieduta da Papa Francesco con le parole proposte da Bassetti.
Papa Francesco ha accostato nuovamente "i fondamentalismi e il terrorismo dei seguaci di qualche religione che profanano il nome di Dio e lo utilizzano per giustificare le loro inaudite violenze" a quei "potenti e venditori di armi che alimentano la fornace delle guerre con il sangue innocente dei fratelli". Il Papa lo ha fatto ripetendo la denuncia pronunciata al CARA di Castelnuovo di Porto, dove si e' recato per i riti del Giovedi' Santo e dunque per inchinarsi a lavare e baciare i piedi affaticati dei migranti e profughi. Ma stasera ha invocato la Croce di Cristo dicendo anche che alcuni la "vogliono togliere dai luoghi pubblici ed escludere dalla vita pubblica, nel nome di qualche paganita' laicista o addirittura in nome dell'uguaglianza che tu stesso ci hai insegnato". "Croce di Cristo - ha pregato Francesco - ti vediamo ancora oggi nei traditori che per trenta denari consegnano alla morte chiunque, ti vediamo nei ladroni e nei corrotti che invece di salvaguardare il bene comune e l'etica si vendono nel misero mercato dell'immoralita'". "Croce di Cristo - ha continuato il Pontefice - ti vediamo negli stolti che costruiscono depositi per conservare tesori che periscono, lasciando Lazzaro morire di fame alle loro porte, nei distruttori della nostra 'casa comune' che con egoismo rovinano il futuro delle prossime generazioni, negli anziani abbandonati dai propri famigliari, nei disabili e nei bambini denutriti e scartati dalla nostra egoista e ipocrita societa'".
Francesco ha anche evocato "il pane insanguinato" che i trafficanti d'armi e i corrotti danno da mangiare ai loro figli. Ma ad essi ha contrapposto "i ministri fedeli e umili che illuminano il buio della nostra vita come candele che si consumano gratuitamente per illuminare la vita degli ultimi, nei volti delle suore e dei consacrati, i buoni samaritani, che abbandonano tutto per bendare, nel silenzio evangelico, le ferite delle poverta' e dell'ingiustizia, nei misericordiosi che trovano nella misericordia l'espressione massima della giustizia e della fede, nelle persone semplici che vivono gioiosamente la loro fede nella quotidianita' e nell'osservanza filiale dei comandamenti e nei pentiti che sanno, dalla profondita' della miseria dei loro peccati, gridare: Signore ricordati di me nel Tuo regno!". "Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi - ha assicurato Papa Bergoglio - nei beati e nei santi che sanno attraversare il buio della notte della fede senza perdere la fiducia in te e senza pretendere di capire il Tuo silenzio misterioso, ti vediamo ancora oggi nelle famiglie che vivono con fedelta' e fecondita' la loro vocazione matrimoniale, e nei volontari che soccorrono generosamente i bisognosi e i percossi, ti vediamo ancora oggi nei perseguitati per la loro fede che nella sofferenza continuano a dare testimonianza autentica a Gesu' e al Vangelo, ti vediamo ancora oggi nei sognatori che vivono con il cuore dei bambini e che lavorano ogni giorno per rendere il mondo un posto migliore, piu' umano e piu' giusto". "In te Santa Croce - ha concluso infine il Papa - vediamo Dio che ama fino alla fine, e vediamo l'odio che spadroneggia e acceca i cuori e le menti di coloro preferiscono le tenebre alla luce. O Croce di Cristo, Arca di Noe' che salvo' l'umanita' dal diluvio del peccato, salvaci dal male e dal maligno! O Trono di Davide e sigillo dell'Alleanza divina ed eterna, svegliaci dalle seduzioni della vanita'! O grido di amore, suscita in noi il desiderio di Dio, del bene e della luce, insegnaci che l'alba del Sole e' piu' forte dell'oscurita' della notte, insegnaci che l'apparente vittoria del male si dissipa davanti alla tomba vuota e di fronte alla certezza della Risurrezione e dell'amore di Dio che nulla puo' sconfiggere od oscurare o indebolire. Amen!". (AGI)