Cosa sappiamo del ragazzo in codice rosso morto in ospedale dopo 4 ore di attesa
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Cosa sappiamo del ragazzo in codice rosso morto in ospedale dopo 4 ore di attesa
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Il racconto del medico

  • Ore 21.46, 16 agosto. "Il ragazzo, vittima di un incidente stradale, viene ricoverato in codice rosso. Dopo le indagini radiografiche e Tac veniva riportato in codice rosso dove i rianimatori constatavano un progressivo peggioramento delle condizioni generali ed un progressivo calo dell'emoglobina ai valori 7. Si provvedeva a richiedere il sangue in urgenza".
  • Ore 01:04, 17 agosto. "Avveniva il ricovero in Chirurgia con prognosi riservata ed in imminente pericolo di vita. Ciò nonostante, il paziente rimaneva in codice rosso impegnando due unità infermieristiche del Pronto Soccorso con visibile disagio per il resto delle attività dello stesso pronto soccorso mentre le anestesiste intervenute rientravano in rianimazione".
  • Ore 01.45, 17 agosto. "Venuto a conoscenza del fatto che il paziente era in attesa da circa due ore di essere trasportato in un altro Presidio per eseguire una angioTac e la cosa si rallentava perché non vi era accordo su quali infermieri avrebbero dovuto eseguire il trasferimento, chiedo di provvedere ad accelerare i tempi dell'iter diagnostico anche perché il codice rosso era bloccato da circa quattro ore". Il medico di turno risponde che "sapeva lui cosa doveva fare e che le cose andavano bene così". Nel frattempo viene deciso chi doveva accompagnare il paziente.
  • Ore 03:30, 17 agosto. "Il padre del ragazzo quasi in lacrime, infuriato, mi veniva a chiedere cosa si stava aspettando, preoccupato delle condizioni del figlio che peggioravano". Pietroluongo cerca di parlare con il medico che stava seguendo il caso e scoppia uno scambio di accuse. A quel punto, prosegue, "mi precipitavo al Pronto soccorso chiedendo che un infermiere del Pronto soccorso si offrisse volontario per l'accompagnamento e raccomandavo di far partire immediatamente l'ambulanza con rianimatore e chirurgo a bordo". Il gruppo parte "ma senza rianimatore". Antonio arriva all'ospedale Vecchio Pellegrini: gli vengono trasfuse altre tre sacche di sangue e i medici criticano l'assenza dell'autoambulanza rianimativa, mezzo che non è stato ottenuto neanche per il ritorno al Loreto Mare dove il paziente rientra alle 8.30, in rianimazione dove muore.
 Antonio Scafuri
 Antonio Scafuri

Il dolore del padre: "Me lo hanno ammazzato"

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