di Salvatore Izzo
CdV - Lo chiamano il "papa nero" perché il suo incarico è a vita (anche se gli ultimi tre, Arrupe, Kolvenbach e Nicolas hanno lasciato per ragioni di eta' e di salute), ma soprattutto perché i gesuiti sono presenti nelle più importanti università cattoliche e facoltà teologiche e quindi il loro leader esercita nella Chiesa un'influenza che secondo molti è seconda solo a quella del Papa. Ma per i 17mila religiosi della Compagnia di Gesù è "il Generale", parola che evoca la disciplina militare alla quale si era ispirato Sant'Ignazio di Loyola. Ma almeno negli ultimi decenni mai l'immagine di un capo militare si adatta al personaggio eletto alla guida dell'Ordine religioso più numeroso e diffuso. Padre Arturo Sosa Abascal, religioso con i baffi (caso raro nella Chiesa), infatti, assomiglia davvero, nel piglio e nell'espressione, al padre del Venezuela, quel Simon Bolivar che ha regalato all'America Latina prima l'indipendenza (paese per paese) e poi il sogno (purtroppo incompiuto) dell'unità. Un'elezione a sorpresa (le voci della vigilia indicavano come favorito un gesuita indiano e due italiani: padre Carlo Casalone e padre Federico Lombardi). I 212 delegati delle province hanno seguito alla lettera la procedura prescritta dallo stesso sant'Ignazio nelle Costituzioni della Compagnia e la votazione è avvenuta con il metodo tradizionale delle schede cartacee anche se nel corso dei lavori altre votazioni sono state previste per via digitale grazie ai tablet forniti agli elettori e a un'app preparata appositamente per la #GC36. Per via telematica, ad esempio, i delegati sono chiamati ad esprimersi a favore di un rafforzato coinvolgimento dei gesuiti nel lavoro con i rifugiati, il testo viene proiettato su grandi schermi e su ciascun tablet. In fondo compaiono i pulsanti per votare a favore o contro.
DALLA MURMURATIO ALLA LETTURA DELLE SCHEDE
La votazione viene aperta e il risultato viene notificato istantaneamente sullo schermo principale. Per l'elezione agli altri incarichi, come pure per il servizio alla congregazione, sia per la scelta degli assistenti del padre generale, è possibile fornire una lista di nomi di "candidati", ma per quella del generale no: dopo i quattro giorni della murmuratio, un tempo di preghiera e discernimento nel quale sono permessi solo dialoghi a due per esprimere opinioni e preferenze e informarsi, ma non per proporre candidati. Poi questa mattina dopo la celebrazione della messa per lo Spirito Santo, gli elettori si sono incontrati nell'aula per iniziare la votazione. Ognuno ha ricevuto una scheda cartacea sulla quale da un lato è stampato il giuramento in cui si afferma che il sottoscritto "giura che sta votando per chi pensa, nel Signore, che sia maggiormente in grado di esercitare questo incarico". L'elettore ha firmato il giuramento, e poi, sul lato opposto del foglio, ha scritto il nome di colui per il quale ha votato. Una votazione anonima: il modo in cui il foglio è stato piegato garantiva che, al momento del conteggio dei voti, si potesse leggere il nome di colui che è stato scelto, senza essere in grado di identificare colui che l'aveva votato. Le schede vengono lette a voce alta, una ad una, dal vicario generale (colui che sostituisce il precedente generale fino all'elezione del successivo) e da due scrutatori. E sono bastati il 50% più uno dei voti perché padre Sosa fosse eletto. Nel caso specifico 107 voti. Ma dopo il raggiungimento del quorum - salutato da un applauso - lo spoglio è continuato, non si sa fino a che numero di preferenze.
CARACAS-ROMA, IL CAMMINO DI PADRE SOSA
Padre Arturo Sosa è nato a Caracas (Venezuela) il 12 novembre 1948. E' stato delegato per le case e le opere interprovinciali della Compagnia di Gesù a Roma, ed è stato fino a qualche settimana fa consultore del precedente padre generale. Si è laureato in filosofia all'Università Cattolica Andres Bello nel 1972 e ha conseguito un dottorato in scienze politiche alll'Università Centrale del Venezuela. Padre Sosa parla spagnolo, italiano, inglese e comprende il francese. Tra il 1996 e il 2004 è stato superiore provinciale dei gesuiti in Venezuela dopo essere stato ricercatore all'Istituto di Studi Politici, Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Centrale del Venezuela e poi, alla stessa universita', professore alla Scuola di Studi Politici presso il Dipartimento di Storia delle idee politiche del Venezuela. (AGI)