Messina - Grande partecipazione alla manifestazione di solidarietà al presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, sfuggito a un agguato il 17 maggio scorso. A Sant'Agata Militello (Messina) migliaia tra studenti, cittadini, sindaci, istituzioni, sindacati, associazioni antiracket hanno sfilato per le vie della cittadina per manifestare solidarieta' ad Antoci ed agli agenti della Polizia di Stato e ribadire il no alla mafia."
Cosi' si sconfigge la mafia - ha detto Antoci che ha sfilato con al fianco il presidente della Regione Rosario Crocetta - la mafia si sconfigge con il movimento delle coscienze e questa e' una grave sconfitta alla mafia. Mi aspettavo questa risposta, questa e' una Sicilia che ha capito che non ci puo' essere sviluppo senza legalita', lo abbiamo dimostrato anche in questo territorio dove c'e' tanta brava gente dove abbiamo dimostrato che abbiamo fatto il 35% in piu' di incremento turistico con picchi del 70% parlando di legalita' e sviluppo. Sono convinto che alla gente bisogna far capire che i nostri figli possono rimanere nella nostra terra , creare occasioni di lavoro, utilizzando la legalita'", ha concluso Antoci, Il presidente del parco ha sottolineato l'importanza di non essere lasciati soli nella lotta contro la mafia: "Ritengo che sia importante fare squadra ritagliandosi ognuno un pezzetto di responsabilita' e che sia fondamentale non essere mai in solitudine ne' contestualizzare la lotta alla mafia con l'io autoreferenziale, questa terra non ha bisogno di eroi ma di persone che fanno il loro dovere".
Numerosi i rappresentanti delle associazioni antiracket che hanno partecipato al corteo. Tra loro Tano Grasso della Fai: "E' l'occasione- dice- per dare una risposta cosi' come si e' data 24 anni fa, dopo l escalation delle cosche tortoriciane e la sentenza di Capo d'Orlando e le condizioni perche' sia una risposta definitiva sono date da tutta questa gente, le istituzioni, le forze dell'ordine e la comunita' di questo territorio e questa e' la garanzia del successo". Un altro dirigente Fai, Pippo Scandurra, afferma: "Questa e' una comunita' che ha sempre saputo reagire, dobbiamo ricordare gli anni 91-92 con gli imprenditori dell'Acio di Capo d'Orlando e di Sant'Agata di Militello che organizzarono una grande manifestazione e ci fu una mobilitazione generale per dimostrare di non lasciare gli imprenditori in solitudine, oggi non lasciamo Antoci in solitudine e dimostriamo con questo grande corteo la nostra solidarieta' e vicinanza anche alla polizia di Stato". Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre, sottolinea: "Questa non e' l'antimafia parolaia perche' altrimenti non avrebbero sparato, adesso bisogna proseguire nell'azione repressiva, come si sta facendo ma anche nell'azione preventiva che e' sopratutto politica ed allora non piu' brucellosi non verificata, micro chip su tutte le mucche, salvaguardare le vere aziende degli allevatori perche' il sistema mafioso va cancellato".
A Modica per presentare il suo libro "Chi ha paura non e' libero", il ministro dell'Interno, Angelino Alfano si è soffermato con la stampa sui temi di stretta attualita'. Ed è tornato subito sull'attentato al presidente del parco dei Nebrodi. "La mafia ormai e'dalla parte dei perdenti perche' dimostra che non e' in grado di colpire gli uomini che lo Stato sa proteggere. Abbiamo protetto bene un uomo che sta servendo lo Stato e la legalita'", ha affermato Alfano, che ha ricordato: "Abbiamo mandato sui Nebrodi una cinquantina di persone tutte addestrate alla grande perche' dobbiamo scovare chi e' stato a provare ad ucciderlo. Ci stiamo opponendo con una reazione forte, come se lo avessero ucciso; abbiamo mandato 36 uomini della Prevenzione crimine e 12 dei cacciatori di Calabria che sono quelli piu addestrati per le zone rurali e per la ricerca di latitanti nelle campagne. Faremo di tutto -ha continuato il ministro - per dimostrare non solo che non ce l'hanno fatta ma che lo Stato vince sempre e loro perdono sempre".
Grande attenzione a Vittoria, territorio nuovamente teatro di una recrudescenza criminale mafiosa e Scicli, Comune sciolto per mafia, ha assicurato il ministro dell'Interno: "Tante volte, non solo qui ma in altre parti della Sicilia la mafia ha provato a rialzare la testa tenando di ristrutturarsi e riorganizzarsi dopo la cattura dei grandi latitanti e dopo quel 41 bis inflitto a tutti i loro capi. Abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare per stroncare qualunque tentativo di rialzare la testa. Le forze dell'ordine e le istituzioni hanno il pieno sostegno e sanno che chiamando il Viminale, di qualunque altro sostegno abbiano bisogno, noi siamo pronti". Su Scicli, il ministro si e' augurato che il commissariamento "sia un periodo in cui tutto quanto venga bonificato anche in termine di rischi successivi perche' si possa presto tornare alla democrazia e al voto ma quando saremo certi di evitare e prevenire ogni forma di infiltrazione". (AGI)