Roma - Alla Commissione parlamentare d'inchiesta, che indagava sull'omicidio di Ilaria Alpi e dell'operatore Miran Hrovatin, disse, nell'ottobre del 2004 nell'ambito di una seduta secretata, che la testimonianza di Abdi, l'autista dei due italiani e principale accusatore di Omar Hashi Hassan, il miliziano somalo che ha scontato 16 anni per l'agguato, non era da prendere in considerazione in quanto proveniente da "soggetto non affidabile che farebbe qualsiasi cosa per sopravvivere". Adesso questa valutazione, diventata di dominio pubblico da alcune settimane perche' gli atti della Commissione sono stati desecretati, l'ex ambasciatore Giuseppe Cassini, il diplomatico italiano che svolse in Somalia i primi accertamenti sul duplice omicidio, e' chiamato a ripeterla domani davanti alla Corte d'appello di Perugia nella secona udienza del processo di revisione della condanna a 26 anni di reclusione, sollecitato a piu' riprese dai difensori di Hashi Hassan, gli avvocati Douglas Duale e Antonio Moriconi. "In tutti questi anni - ha spiegato Duale - avevamo la forte convinzione che in carcere fosse stato mandato un innocente, assolutamente estraneo a quell'agguato. Hashi Hassan, assolto in primo grado, torno' appositamente dall'Olanda per seguire il suo processo d'appello. Venne condannato e arrestato a fine udienza perche' la Corte interpreto' quella sua presenza in aula come un atto di sfida lanciato all'autorita' giudiziaria italiana".
Domani, oltre a Cassini, saranno sentiti, come testimoni, altri protagonisti della vicenda, dal giornalista Massimo Alberizzi all'imprenditore Giancarlo Marocchino. Ma la difesa dell'unico imputato condannato per questa storia (in regime di semiliberta' dallo scorso giugno, sara' presente anche lui), avanzera' una ulteriore richiesta ai giudici di Perugia: l'acquisizione del verbale che Ahmed Ali Rage, detto Gelle, ha reso al pm Elisabetta Ceniccola alcuni giorni fa in Inghilterra. Gelle, l'altro accusatore di Hashi Hassan, ha confermato al pm quanto dichiaro' alla trasmissione 'Chi l'ha visto?', andata in onda il 18 febbraio del 2015, e cioe' di aver preso soldi dall'Italia per mettere nei guai il suo connazionale. "Sappiamo che Gelle ha detto al pm di aver dichiarato il falso - ha spiegato ancora l'avvocato Duale - ammettendo di non essere stato presente al momento della sparatoria contro la Alpi e Hrovatin. Del resto, la corte d'assise di Roma lo bollo' gia' come inattendibile ricordando una sua deposizione resa alla Digos cui affermo' che la Alpi era accanto all'autista. Ricostruzione clamorosamente smentita dalle perizie secondo cui la giornalista occupava il sedile posteriore. Gelle insomma non c'era e lo ha ammesso al magistrato romano. Noi adesso vogliamo che questo suo interrogatorio reso per rogatoria al pm Ceniccola venga acquisito al piu' presto e finisca nel processo di Perugia". (AGI)