Consentire anche ai bambini da 0 a 6 anni non vaccinati l'accesso a scuola "si pone in palese violazione della legislazione vigente e con le rilevanti finalità di prevenzione e tutela del diritto costituzionale alla tutela della salute allo stesso sottese". E' quanto si legge in una lettera che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha inviato al sindaco di Roma Virginia Raggi, in replica alla missiva inviata ieri dal Campidoglio in cui si chiedeva di consentire a tutti l'accesso a scuola. Lorenzin ricorda invece che la legge sui vaccini stabilisce "in modo inequivoco" che la presentazione della documentazione comprovante le avvenute vaccinazioni o almeno la prenotazione presso la Asl "costituisce requisito di accesso". Stesso principio ribadito nella circolare del ministero della Salute e di quello dell'Istruzione del primo settembre 2017: la documentazione "costituisce requisito di accesso ai servizi educativi per l'infanzia e alle scuole dell'infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie".
La stessa Consulta, ricorda ancora Lorenzin, ha dichiarato infondato il ricorso del Veneto, "confermando la piena legittimità costituzionale del bilanciamento tra il diritto alla salute e il diritto alla continuità didattica". Infine, la titolare della salute sottolinea che, "contrariamente a quanto sembra emergere dalla Sua nota", i bambini possono tranquillamente restare in classe dopo il 10 marzo se i genitori dimostrano "con documentazione proveniente dalla Asl entro il 10 marzo di aver presentato alla medesima azienda la richiesta di effettuazione delle vaccinazioni e che la somministrazione di queste ultime sia stata fissata dalla predetta azienda sanitaria successivamente a tale ultima data".