Continua la guerra tra Donald Trump e la California. Il dipartimento della Giustizia ha deciso infatti di fare causa allo Stato più popoloso dell’Unione che si oppone alle politiche del presidente repubblicano in fatto di repressione degli immigrati illegali. L’accusa è quella di aver approvato tre leggi che secondo Washington “interferirebbero” con il lavoro delle autorità federali. Per questo vengono definite “incostituzionali”. “Il Dipartimento di Giustizia e l’amministrazione Trump combatteranno queste leggi ingiuste e incostituzionali che vi sono state imposte”, dirà oggi il ministro Jeff Sessions, in un discorso già anticipato che terrà proprio nello Stato, a Sacramento. “Combatteremo per rendere il vostro lavoro più sicuro e per aiutarvi a ridurre il crimine in America”. Le leggi approvate dallo “stato santuario” proibiscono ai datori di lavoro di collaborare con le autorità federali per aiutarli a trovare e arrestare lavoratori clandestini; impediscono poi alle forze dell’ordine locali di avvisare gli agenti dell’immigrazione quando vengono rilasciati detenuti privi di documenti. La decisione di Donald Trump di voler fare causa alla California è vista come una prova di forza e un monito per tutte le altre città santuario, come New York ad esempio, impegnate a proteggere gli immigrati illegali dai controlli e dalle retate del governo federale. Una prova di forza che va a inasprire mesi di tensioni tra il dipartimento della Giustizia e i governi statali, minacciati di ripercussioni finanziarie e legali. Secondo quanto riporta il Los Angeles Times, il governatore democratico della California, Jerry Brown e la sua amministrazione avevano già previsto l’arrivo di una denuncia, esprimendo però ottimismo sul fatto che il tentativo di Washington di bloccare le leggi fallisca.