"Dobbiamo avere il coraggio di partire da ciò che ci ha bruciato, il referendum" del 4 dicembre, "ma oggi siamo ancora qui, più forti di prima": lo ha assicurato Matteo Renzi parlando dal palco della Leopolda 8, a Firenze. "A sinistra cambiano i nemici tutti gli anni, io sono fuori categoria...", ha aggiunto il leader del Pd, "noi non abbiamo nemici, non viviamo di rancori, non viviamo di odio. Se vivi di rancore non lo cambi il tuo Paese, se accetti la sfida sul terreno del fango non costruisci. Da oggi vorrei che l'unica nostra preoccupazione fosse tornare a immaginare il futuro". "La prima proposta che faremo dopo il voto non sarà un bonus, che pure difendo, ma il servizio civile per i ragazzi e le ragazze", ha annunciato l'ex premier. Renzi si è rivolto ai ragazzi millennials: "Il popolo della Leopolda si è riunito ed è cresciuto. Qualcuno di loro era alle elementari nel 2010 quando abbiamo iniziato. A loro dico: non ammalatevi del virus dell'autocommiserazione, che fa dipendere il fallimento da altri e il successo da se stessi. Se fallite è perché non ci avete provato abbastanza. Serve coraggio di riprovarci, senza paura di battere boccate. Provateci cari pischelli in cammino, cari millennials, cari ragazze e ragazzi".
"Non sarebbe serio", ha ammesso Renzi tornando sul referendum, "non fare i conti con la sconfitta del 4 dicembre". "Noi non siamo come i 5 Stelle che quando perdono dicono che è colpa di complotti, o di Berlusconi che dà la colpa ai sindacati, a Gianfranco Fini, ai comunisti. Noi da lì dobbiamo ripartire con onestà intellettuale. Se guardiamo indietro a ciò che è accaduto quest’anno diciamo, eh, però, se fosse andato bene il referendum oggi si che l'Italia opererebbe un ruolo diverso. Sì, il Pil cresce, l'occupazione anche, ma quanto saremmo più forte se il referendum fosse andato diversamente".