Il prezzo del petrolio “potrebbe assestarsi a 65-70 dollari al barile di media quest’anno”, anche se alcuni analisti “ipotizzano una quotazione pari a 80 dollari”. E’ quanto ha affermato l’amministratore delegato Eni, Claudio Descalzi, nel corso del dibattito ‘Scenari energetici’ organizzato a Genova nell’ambito del Festival di Limes. Che le quotazioni del petrolio siano "destinate a crescere, si vede già”, ma in ogni caso, ha sottolineato Descalzi, “noi siamo ancora conservativi, e facciamo le nostre ipotesi sulla base di un prezzo pari a 60 dollari al barile”. L'ad ha poi sottolineato come il ritardo per la formazione del nuovo governo non non sta “impattando negativamente sulle attività dell’Eni”. L’energia “ha cicli di 20-30-40 anni” e il fatto che “manchi un governo da 2 mesi non è un grosso problema all’estero per Eni: noi siamo all’interno di un processo democratico dove si devono fare delle scelte. Prima ci sarà il governo meglio è, ma non è che questo stia impattando negativamente".