Il fotografo che esclama in romanesco “e mò chi votamo?”, sorpreso dalla cordialità della stretta di mano tra Matteo Salvini e Laura Boldrini prima del faccia a faccia negli studi de La7 per “Otto e mezzo”, lasciava presagire toni inaspettatamente pacati per il primo vero duello televisivo degno di questo nome della campagna elettorale. Ma le foto di rito e le formule di cortesia hanno tratto in inganno i presenti per un lasso brevissimo di tempo, perché il confronto si è trasformato in quello che tutti si aspettavano. Cioè uno scambio di colpi bassi e coup de theatre ben studiati, con al centro sostanzialmente un solo tema - quello dell'immigrazione - e un tempo residuale utilizzato per parlare degli altri temi e delle proposte dei partiti rappresentati per il governo del Paese.
Scintille vere e proprie sulla vicenda di Macerata, per la quale è stata Boldrini ad attaccare, accusando Salvini di essere “un cattivo maestro” per non avere adeguatamente controllato lo sparatore ex-leghista Luca Traini. Salvini ribatte energicamente di “non essere uno psichiatra”. Corposo anche il capitolo dei coup de theatre, con la presidente della Camera che ha sfornato due hashtag mentre il suo avversario parlava. Il primo, mentre Salvini insisteva sull'espulsione dei clandestini, recava la scritta “parole, parole, parole”, mentre il secondo riguardava l'episodio in cui il segretario leghista la aveva paragonata a una bambola gonfiabile, per il quale quest'ultimo si è “cosparso il capo di cenere” in ossequio all'inizio della Quaresima. Anche Salvini, però, aveva preparato un piccolo colpo a effetto, utilizzato quando la sua interlocutrice lo ha accusato di avere un'ossessione per gli immigrati: una busta arancione dell'Inps, intestata a una “trapiantata cieca e che l'Inps vorrebbe mandare in pensione nel 2047”, per ribadire l'intenzione di cancellare la legge Fornero.