Almeno 5 morti e 33 feriti si sono registrati oggi per i combattimenti in corso a Tripoli tra due gruppi armati rivali. Il bilancio provvisorio proviene da fonti del ministero della Sanità. I due gruppi sono teoricamenti entrambi legati al Governo di Unità Nazionale di Fayez al Serraj. Il ministro dell'Interno, Abdessalam Achour, sottolinea che sono in corso tentativi di mediazione tra i due gruppi armati. Serraj ha dato ordine alle autorità militari e di polizia di Tripoli di fronteggiare le milizie che hanno preso il controllo di diversi quartieri della capitale.
Questa mattina le autorità del distretto militare di Tripoli avevano denunciato il "tentativo di alcuni gruppi armati di schierarsi nei sobborghi della Grande Tripoli e di minacciare di usare la forza" contro i propri militari. Secondo un comunicato pubblicato dalle autorità libiche e citato dal quotidiano Libya Observer, questi tentativi potrebbero "far precipitare la regione in un altro conflitto armato".
Le autorità militari della capitale hanno sottolineato la propria "ferma intenzione" di fermare "tutti coloro che tentano di destabilizzare la capitale o terrorizzare la popolazione pacifica e trascinare la città in una guerra che non può avere vincitori e né vinti". Il quotidiano libico riporta che la settima brigata e le forze di sicurezza centrale, entrambe provenienti dalla città di Tarhouna, sono attualmente di stanza nel distretto di Qaser Bin Ghashir, nella Grande Tripoli, e stanno cercando di avanzare ulteriormente in altri distretti della capitale.
La scorsa settimana, la missione dell'Onu in Libia ha invitato il governo di accordo nazionale libico a perseguire i gruppi armati che stanno impedendo il buon funzionamento delle istituzioni statali del paese nordafricano, accusando "i membri delle brigate che agiscono nominalmente sotto l'egida del ministero degli Interni del governo di accordo nazionale stanno attaccando le istituzioni sovrane e impediscono loro di operare in modo efficace".