Nei primi tre mesi del 2018 a Roma si sono aperte 44 voragini. Negli ultimi 8 anni si è assistito ad un grande incremento del fenomeno: da una media di 16 voragini l’anno si è passati ad una media annuale di più di 90, con un picco di 104 registrato nel 2013. E' uno dei dati contenuti nel primo 'Rapporto sul rischio idrogeologico nella Capitale' curato dall'Autorita' di distretto idrografico dell'Italia centrale, dal quale emerge pure che il rischio alluvioni ed esondazioni riguarda un territorio urbano di 1.135 ettari dove vivono e lavorano circa 250 mila persone, la più elevata estensione d'Europa. Si tratta di "un numero impressionante - ha sottolineato Erasmo D'Angelis, segretario generale dell'Autorita' di distretto idrografico dell'Italia centrale - che nasce da anni e anni di mancata prevenzione e ordinaria manutenzione". Le aree particolarmente interessate dalla formazione di grandi voragini si concentrano nella porzione orientale di Roma. I municipi più colpiti sono: il Municipio V, il Municipio VII, il Municipio II (quartieri Tuscolano, Prenestino, Tiburtino) ma anche il centro storico con le aree dell’Aventino del Palatino e dell’Esquilino. Nella porzione occidentale di Roma il municipio che conta più voragini è il XII seguito dall'XI (quartieri Portuense e Gianicolense). I siti soggetti a fenomeni franosi nel territorio del Comune di Roma sono 383. Tra le zone particolarmente a rischio per fenomeni più recenti, quelle della collina di Monte Mario, di viale Tiziano, Monteverde vecchio e Balduina.