Supermedia: M5s primo partito ma Pd è a -1,3%
Se si votasse oggi con l'Italicum bis, non ci sarebbe una maggioranza

Le evoluzioni annunciate nell’opinione pubblica stanno finalmente arrivando. O meglio, per utilizzare un linguaggio più prudente che meglio si confa a questo tipo di stime, si cominciano ad apprezzare variazioni sufficientemente significative.
L'immobilismo di aprile
Le scorse settimane avevamo scritto che da mesi vi era un sostanziale immobilismo nel quadro delle intenzioni di voto. L’ultima novità - risalente a febbraio - era stata la scissione del Pd, che aveva sottratto ai democratici circa 4 punti percentuali, esattamente quelli stimati per il nuovo soggetto, Articolo 1 - Mdp. Ma avevamo aggiunto che erano in vista alcuni eventi che quasi certamente avrebbero avuto un impatto evidente e quantificabile. Questi eventi sono stati essenzialmente due: le primarie del Partito Democratico e le elezioni presidenziali francesi.
La vittoria di Renzi e quella di Macron
Come è andata a finire, ormai, è noto: Matteo Renzi è stato (ri)eletto segretario del Pd per la seconda volta, con circa il 70% dei consensi. In Francia, Emmanuel Macron ha battuto nettamente Marine Le Pen al ballottaggio con il 66,1% dei suffragi (dopo essere arrivato in testa anche al primo turno con il 24%, contro il 21% della rivale). Un’interpretazione di questi due eventi molto condivisa - per quanto superficiale - ci dice che si è trattato di una battuta d’arresto per le forze politiche antisistema ed euroscettiche e di una affermazione di quelle più europeiste. Da ciò ci si poteva aspettare un aumento delle intenzioni di voto verso il Pd e un calo per i suoi competitor principali, a cominciare dal Movimento 5 stelle e (soprattutto) dalla Lega Nord.
Il Pd cresce di 1,5% ma M5s resta 1,3% sopra
E questo è avvenuto, seppure “a metà”. Infatti, la Supermedia di questa settimana (che copre un periodo equivalente alle ultime due settimane, dunque mentre i due eventi sopra citati erano ancora in pieno svolgimento) mostra una crescita sensibile del Partito democratico, addirittura di un punto e mezzo in un mese. Il grosso di questa crescita sembra provenire direttamente da consensi in uscita dagli scissionisti di Art.1 - Mdp, che perdono quasi un punto (-0,8%) piombando al 3,3% - un soffio sopra l’attuale soglia di sbarramento per la Camera.
Eppure, nonostante questa crescita, il Pd rimane in seconda posizione. In testa c’è ancora il Movimento 5 stelle, con il 29,4% (1,3 punti sopra i democratici). Il calo dello 0,2% non è statisticamente rilevante. Insieme alla lieve crescita della Lega Nord (per un identico ammontare), ci dice però che almeno per il momento la netta sconfitta di Marine Le Pen non sembra aver avuto ripercussioni sui suoi “referenti” italiani - cioè su quei partiti che più degli altri si pongono come l’alternativa antisistema all’Unione Europea e alla moneta unica.
La strategia di Berlusconi
Questo scenario potrebbe in realtà cambiare già dalle prossime settimane: ad esempio, la comunicazione di Silvio Berlusconi e di Forza Italia è già partita con una campagna che individua nell’estremismo della Le Pen “il migliore alleato della sinistra”, con ciò sperando evidentemente di sgonfiare i consensi verso la Lega di Salvini a proprio favore, per tornare ad essere nuovamente il primo partito del centrodestra. Attualmente, comunque, Forza Italia si mantiene ancora sotto il 13%, per quanto in leggera ripresa (+0,3% in un mese).
In calo Mdp, stabili Fratelli d'Italia, Ap e Si
Detto del calo significativo di Mdp, le altre forze minori restano stabili. Stabile Fratelli d’Italia (4,6%) e Alternativa Popolare (2,9%), sostanzialmente stabile (inchiodata al 2,3%) anche Sinistra Italiana.
Cosa accadrebbe se si votasse con l'Italicum bis
Cosa accadrebbe se si andasse a votare con questo scenario (proposto dal relatore proprio giovedì sera e ribattezzato 'Italicum bis')? La domanda è d’obbligo, nei giorni in cui alla Camera riprende la discussione sulla legge elettorale in commissione Affari Costituzionali. La legge attualmente in vigore (l’Italicum “azzoppato” dalla Consulta, che i grillini chiamano “Legalicum”) è sostanzialmente un proporzionale con sbarramento al 3%. Se si votasse domenica e i risultati fossero quelli registrati dalla nostra Supermedia, il M5s sarebbe il primo gruppo parlamentare alla Camera con 199 eletti, molto lontano dalla maggioranza necessaria per formare un governo (316 deputati). Anche il Pd non avrebbe alcuna chance di formare un governo, né da solo (con 191 deputati) né riproponendo una grande coalizione con Forza Italia (che con i suoi 88 seggi a 279). La Lega Nord otterrebbe 87 seggi, ma neanche unendo i suoi deputati a quelli forzisti e a quelli di Fratelli d’Italia (31 seggi) si avrebbe una maggioranza di centrodestra, ferma a quota 206.
La proposta del Pd
Ma la proposta presentata dal Pd mercoledì si discosta alquanto dal “Legalicum”, e somiglia piuttosto a quella presentata da noi di YouTrend qualche settimana fa: un misto 50% maggioritario e 50% proporzionale con sbarramento al 5%. Se proviamo a simulare la distribuzione dei seggi alla Camera con questo sistema, otteniamo un range minimo-massimo (in virtù del meccanismo dei collegi uninominali) per ciascuno dei tre poli che lascia spazio a molte più speranze di giocarsela per ottenere effettivamente una maggioranza in grado di governare: secondo le stime di Matteo Cavallaro, con il sistema proposto da YouTrend e le attuali intenzioni di voto il Movimento 5 Stelle potrebbe, con meno del 30%, aspirare a conquistare fino a 203 seggi; il Partito democratico fino a 222; e i tre partiti di centrodestra coalizzati (con un dato complessivo del 30,4%) addirittura 272.
Nessuna legge elettorale garantisce una maggioranza omogenea
Naturalmente, finché lo scenario rimarrà quello di un tripolarismo così equilibrato, non ci sarà legge elettorale che possa garantire al 100% una maggioranza omogenea. Ma la ricerca di un meccanismo in grado di dare una qualche forma di premialità - non eccessiva - a chi arriva primo sarà uno dei punti di maggiore importanza nel dibattito parlamentare delle prossime settimane.